Trama(da IBS): Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco
imprenditore tedesco. È un incidente? Un suicidio? Un omicidio?
L'esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è
un'altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un
inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per
mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da
un odio inesauribile che attraversano gli anni e i cataclismi politici
pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che
uno dei due sia l'ebreo e l'altro sia stato un ufficiale nazista è solo
uno dei vari corollari del teorema.
Il confronto:
Il confronto:
M:
E’ un libro intenso ma triste, soprattutto nella parte finale dove
si descrive il lager. Anche se ho visto molti documentari e film
incentrati su questo fatto storico e sulle testimonianze di
deportati, ogni volta che leggo e ripenso a queste atrocità, sono
assalita da rabbia, ansia e tristezza.
L: il gioco degli scacchi
rivela l’inferiorità psicologica del maestro Tabor, che nonostante
fosse un abile giocatore si sentiva inadeguato perché ebreo. È
molto interessante notare come i protagonisti iniziano a giocare da
bambini: gli scacchi diventano parte integrante della loro vita,
tanto da non riuscire più a distinguere tra partita e realtà.
M: la storia è un po’
macchinosa. Il libro inizia come un giallo, presentando tanti
avvenimenti che si incastrano sapientemente tra di loro: dalla storia
di Hans raccontata in prima persona a quella di Tabor, dominato dal
desiderio di vendetta. Anche se la struttura dell’opera non mi ha
molto convinto, il libro mi è piaciuto.
A: è un libro molto
bello, di facile lettura ma difficile da discutere perché ricco di
pathos e di avvenimenti strazianti. Ci sono delle scene che mi sono
rimaste impresse, come quella della partita a scacchi in cui il
ragazzo ebreo viene boicottato, vittima innocente del conflitto fra
ebrei ed ariani.
P: molto bello, composto
con arte e maestria: è un libro che fa riflettere. Mi sono rimaste
impresse molte scene, come ad esempio la completa banalizzazione
della vita dell’uomo, di cui l’esito di una partita a scacchi
poteva decretarne la fine. Il suicidio finale del protagonista,
secondo me, è dovuto non al pentimento ma alla paura di essere
scoperto. Si percepisce chiaramente una forte componente
autobiografica, in quanto soltanto un uomo esperto di scacchi poteva
descrivere con così grande perizia ogni particolarità di questo
gioco.
E: il libro mi è
piaciuto molto, soprattutto per la forte penetrazione psicologica nei
caratteri dei personaggi. La variante di Luneburg è un libro
incentrato su una partita di scacchi. Il racconto inizia con la morte
di Dieter Frisch, un famoso uomo d’affari, ucciso da un colpo di
arma da fuoco. L’unico indizio sulla sua morte è una scacchiera di
pezze accompagnata da bottoni-pedine con sopra raffigurati i simboli
del gioco. La settimana prima di morire Frisch sembrava più agitato
e nervoso, tralasciando quella metodicità che da sempre lo
contraddistingueva. L’autore svela quello che è successo al
protagonista ritornando alla settimana prima della sua morte.
C: Nessuno si è
realmente salvato dalle atrocità dei campi di concentramento: anche
i sopravvissuti sono in realtà morti dentro, hanno perso la loro
essenza, il loro essere uomini e persone con una propria
individualità.
R: Maurensig è uno
scrittore di spessore: da lui mi sarei aspettato qualcosa di meglio.
In alcuni punti si percepisce una scrittura trattenuta, sapientemente
calibrata e limata, quasi per rendere la lettura più piacevole. I
nazisti vengono ritratti come esseri divini, che tengono in pugno il
destino degli internati, hanno il potere di dare vita e morte.
M: Una leggenda racconta
che il gioco degli scacchi sia legato a una maledizione: chi ne è
troppo coinvolto rischia di perdere la ragione e la vita. Quello che
all’inizio sembrava essere un giallo e archiviato come un semplice
incidente, è in realtà connesso alla maledizione del gioco che ha
legato per la vita i due protagonisti. Fin da adolescenti, i loro
padri li avviano al gioco degli scacchi, intravedendo in loro
potenziali campioni mondiali. Frish è un personaggio di carattere
aggressivo, che vede nel rivale un nemico non solo un avversario di
gioco: questa contrapposizione è enfatizzata dal fatto che Frish è
un ariano mentre Tabor un ebreo. Il destino li fa incontrare nel
campo di concentramento dove Tabor è prigioniero e Frish l’ufficiale
che lo costringerà a giocare agli scacchi mettendo in palio la vita
dei prigionieri. Finita la guerra le loro strade si dividono pur
restando sempre legate agli scacchi.
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