"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

mercoledì 23 settembre 2020

Il brevetto del geco di Tiziano Scarpa

 

Trama: Si fanno chiamare Cristiani Sovversivi. C'è chi li considera dei terroristi, e chi invece pensa che siano un toccasana per il nostro spompato Occidente. Agiscono sullo sfondo, mentre in primo piano si alternano le avventure di due personaggi che hanno molto in comune, anche se non lo sanno ancora. Il primo è Federico Morpio: artista a Milano, ex giovane, si ritrova solo e senza soldi. Ha un dubbio che lo angoscia piú dei debiti: è stato escluso dall'ambiente dell'arte perché non aveva gli agganci giusti o non, piuttosto, per la sua mancanza di talento? Lo scoprirà unendosi a un gruppo di ambiziosi sognatori. La seconda è Adele, una giovane donna malinconica. Ha un lavoro da impiegata, vive sola. Una notte incontra un essere domestico e prodigioso: la sua vita ha una svolta, comincia a frequentare persone speciali. Insieme a loro concepisce un piano inaudito. Come i suoi protagonisti, questo romanzo si getta nella mischia della nostra epoca. Colpi di scena e accelerazioni improvvise si mescolano a incursioni nella natura e nell'arte: il brulicare di creature nelle periferie urbane, le chiese, i musei, le mostre di arte contemporanea. Ma intanto, su ogni dettaglio della vita e della morte vigila un'entità umbratile, che dice misteriosamente di essere "l'Interrotto". 

 La recensione di IBS: Un romanzo vorticoso, vivace, profondamente contemporaneo, che attraversa le esperienze piú belle e angoscianti della vita: il talento, l’amore, la fede e la capacità di creare.

"Le parole non sono le cose. Partono sconfitte in partenza, ma alla fine le amiamo proprio per questo, perché quando riescono a farci vedere quel che non c'è - e quelle di Scarpa ci riescono - la sensazione è quella che la Storia la scrivano anche i vinti." - Tommaso Pincio

Ogni volta che inizio un nuovo romanzo di Tiziano Scarpa mi trovo nella medesima condizione emotiva: attesa, divertimento, attenzione e curiosità si combinano dentro di me in modo imprevedibile e piacevole. So già a priori che non sarò delusa.
Consiglio a ogni lettore di farsi avvolgere come me dalle parole e trascinare dalla storia, ovunque l’autore ci voglia portare: fatevi trasportare dal fiume senza opporre resistenza.
Le parole di Scarpa fremono, vorticano (il panico della lingua), scrosciano come le lettere del vecchio tabellone della Stazione Centrale che a Milano non c’è più: solo usando la stessa lingua dell’autore si riesce a descrivere questo testo.
Protagonisti un artista fallito, una donna infelice e sola, una società che si sta trasformando così tanto da non riuscire neppure a comprenderlo. L’arte è performance, video, macrofotografia, vita vissuta, morte. C’è chi riesce a trasformare tutto ciò in un successo e chi no. Questione di nascita, di carattere, di talento. Federico Morpio lo ha capito da tempo e in fondo sa perché lui non è stato capace di farlo.
Invece Adele non è ben consapevole di ciò che le manca: la vita vera, la natura, le relazioni con chi le sta attorno. Grazie a un piccolo essere vivente con cui entra in rapporto apre gli occhi e capisce. La sua conversione, iniziata con un minuscolo episodio casalingo, la conduce verso una sacralità inattesa: la spiritualità delle candele elettriche, un Dio fotoerogatore sempre disponibile, un Vangelo Cromatico immortalato in un’opera d’arte, un Cronovisore.
Tutto ciò che la modernità ha fatto entrare nella nostra vita può essere visto con un altro sguardo, ribaltato, antropomorfizzato, deificato. Tutto ciò che la modernità ci ha costretti a perodo di avere una rivelazione ancora più totalizzante? E se invece si andasse verso una deriva oltranzista?
Dentro al romanzo aleggia anche un voce fuori campo – l’Interrotto – che sottolinea continuamente come il non nascere, il non vivere non significa per forza non capire. Ma cosa? Che il dere può essere recuperato: i rapporti familiari, il sostegno reciproco, la fiducia, il lavoro manuale, il contatto fisico, la riflessione, l’etica, la religiosità. E se poi, partendo da questo presupposto, ci fosse msenso dell’esistenza contemporanea va ricercato e recuperato con fatica? Che per migliorare il mondo è meglio non esserci?
Il romanzo di cui c’era bisogno, oggi. Il romanzo che torna a mettere al centro la lingua italiana, ma che al tempo stesso è privo di quella retorica di cui talora sono imbevuti quelli che la difendono. Il romanzo che racconta ciò che ancora non si vede: cosa sta accadendo nella nostra società, come ci stiamo trasformando, come diventeremo – forse – o come non saremo mai, ma avremmo potuto essere. 

 Il confronto:

Luciano: L’autore si distingue per la capacità di usare bene le parole. E’ davvero bravo, anche nei dialoghi. I suoi libri sono completamente diversi l'uno dall'altro. Ogni volta cambia trama e stile. E’ un po' eclettico, come i suoi personaggi. In questo libro ironizza sull'artemoderna. I dogmi del Cristianesimo non si può dire siano “massimalizzati”. Il personaggio de “l'Interrotto”, che fa incursione nel romanzo, sarebbe il bambino non nato, ma anche la voce narrante, quindi lo stesso Scarpa.Vi è un doppio messaggio rappresentato  dalla descrizione di un neonato mai nato, in contrapposizione con la vita stessa che viene narrata. Il romanzo parla di fallimenti sia in campo professionale che umano. Il protagonista, nel mondo ambiguo dell’arte contemporanea, ha problemi ad affermarsi. Morpio è un personaggio negativo. Non riconosce il valore dell’opera altrui: se le opere degli artisti contemporanei che espongono con lui sono state vendute, hanno il bollino rosso utilizzato per contrassegnare la vendita, in fin dei conti significa che un valore ce l’hanno. Tuttavia nell'arte contemporanea è tutto finto. Furio, incarna questa finzione, essendo egli stesso un finto mecenate. Il rapporto di Federico con il padre si esplicita nell’immagine del protagonista seduto davanti alla lavatrice in funzione che, insieme al cane e allo stesso padre, del quale lui stesso si prende cura, osservano il movimento del cestello e del suo contenuto.In tutti i suoi libri lo scrittore finisce col parlare di Venezia. Qui ne descrive la putredine, lo sporco.

 Patrizia : L'autore è coraggioso. Mi sono piaciuti i suoi riferimenti a Rembrandt e Caravaggio. E' un uomo di grande cultura. Leggendo il libro ho pensato che in effetti un cristiano che vorrebbe interpretare e vivere il cristianesimo dovrebbe essere un po' sovversivo. Mi ha dato fastidio l’invidia di Morpio nei confronti degli altri artisti. E’ evidente che sta attraversando un periodo buio ma il personaggio non mi piace. Adele è alla ricerca di una conversione e si trova davanti all’'illuminazione del geco.Il messaggio è che ogni cosa della vita va apprezzata. Il “Non nato” ha nostalgia della vita che non avrà mai.  L’ “Interrotto” vive la concretezza attraverso le parole e quindi tutto sommato una vita sua ce l’ha. Le parole possono dar vita anche a qualcosa che non esiste.La figura che mi è maggiormente piaciuta è il geco. Adele lo ha ammirato come un fenomeno della natura. E all'intelligenza umana, che ha inventato il teflon, ha riservato la medesima ammirazione. Entrambi i fenomeni sono delle meraviglie, che avvicinano a Dio. La conversione infatti può nascere anche da situazioni della quotidianità perché “lo spirito soffia dove vuole”.

 Maura: tutti quelli che hanno tentato di fare un cristianesimo massimalista sono stati combattuti e sconfitti dalla chiesa.

 Gianfranca: nella descrizione della sua invidia si legano i sentimenti e i pensieri. La nostra capacità di pensiero è strettamente legata alla quantità di parole che conosciamo.

 Cristina: nel mondo dell’arte non fa successo chi è veramente bravo ma chi ha i soldi e la capacità di farsi notare dagli intermediari. Morchio è negativo, ma forse per come stanno le cose nel suo ambito professionale, anche arrabbiato. La lavatrice è una metafora della sua incapacità di essere artista:” non sono capace di concentrarmi, come la lavatrice che anziché unire i panni li allontana”. Tutti i protagonisti di questo romanzo, sia gli artisti che i Cristiani sovversivi, hanno un compito che è quello di rendere visibile ciò che visibile non è. E in questo la parola ha un potere evocativo molto importante.

Marco: concordo con voi: l’autore scrive davvero molto bene, con una scrittura colta. I personaggi principali del romanzo sono un po'dei falliti. Il percorso di conversione di Adele e Ottavio è lungo.  Cercano il cronovisore per sapere esattamente cosa aveva detto veramente Cristo e com'era avvenuta la Resurrezione. Non ho trovato un filo unico conduttore fra il gruppo dei cosiddetti artisti e la coppia Adele/Ottavio, sono due cose separate. Forse questo filo è rappresentato dal “Non nato” che attraverso le persone cerca di capire la vita che non ha.

Elena: tutti i personaggi che nel libro rappresentano gli “artisti” hanno quella punta di invidia che infastidisce. L'ho trovato un romanzo ostico, difficile, duro da digerire. Le interruzioni con le parole del bambino non nato disturbanti, come se mi togliessero da lì e mi portassero da un'altra parte.