"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

giovedì 16 dicembre 2021

La passeggiata di Robert Walser

 

   La passeggiata (1919) è uno dei testi più perfetti di Walser, il grande scrittore svizzero che ormai, soprattutto dopo la pubblicazione delle sue opere complete, viene posto accanto a Kafka, a Rilke, a Musil – ammesso cioè fra i massimi autori di lingua tedesca del nostro secolo. Ma La passeggiata ha anche un significato peculiare in rapporto a tutta l’opera di Walser: è in certo modo la metafora della sua scrittura nomade, perpetuamente dissociata e abbandonata agli incontri più incongrui, casuali e sorprendenti, come lo è appunto ogni accanito passeggiatore – e tale Walser era –, che abbraccia amorosamente ogni particolare del circostante e insieme lo osserva da una invalicabile distanza, quella del solitario, estraneo a ogni rapporto funzionale col mondo. In un décor di piccola città svizzera, e della campagna che la circonda, il passeggiatore Walser ci guida, con la sua disperata ironia, in un labirinto della mente, abitato da figure disparate, dalle più amabili alle più inquietanti. Da Eichendorff a Mahler, il vagabondaggio è stato un archetipo ricchissimo della più radicale letteratura moderna. Tutta quella grande tradizione sembra condensarsi, quasi clandestinamente, nella Passeggiata di Walser, a cui lo scrittore ci invita col suo irresistibile tono: «Lei non crederà assolutamente possibile che in una placida passeggiata del genere io m’imbatta in giganti, abbia l’onore d’incontrare professori, visiti di passata librai e funzionari di banca, discorra con cantanti e con attrici, pranzi con signore intellettuali, vada per boschi, imposti lettere pericolose e mi azzuffi fieramente con sarti perfidi e ironici. Eppure ciò può avvenire, e io credo che in realtà sia avvenuto».

 Il confronto

Gabriella : Mi è piaciuto molto. Il discorso che fa all'agente delle tasse per spiegargli che è povero in canna è molto simpatico. Anche la lettera che ha scritto è molto forte. I termini sono vetusti ma i temi sono moderni.

Maura: l’autore è riuscito ad incantarci partendo da un evento semplice come una passeggiata. Mi ha colpito la frase: “Le persone che sono sempre alla ricerca del nuovo sono come i bambini e mancano di intelletto”. In tutto il racconto il tono del protagonista è allegro ma alla fine diventa malinconico. All'inizio pensavo fosse un dandy ma poi continuando nella lettura ho capito che non lo era e il personaggio mi è piaciuto.

Roberta: Mi ha toccato il modo in cui si meraviglia. Ogni volta il protagonista si sorprende davanti a cose comuni., che ha già incontrato. I suoi occhi sono curiosi come quelli di un bambino.

Maddalena: durante il suo percorso trova sempre qualcosa di nuovo, anche nel bosco. Alcune cose in particolare lo colpiscono: ad es. quel signorotto che passa e non vede i bambini poveri che hanno fame.  Si innamora di quel che vede ed è descritto tutto molto bene. Anche nella vita lo scrittore era un personaggio strano, dichiarato schizofrenico. E’ solo ma rimpiange un po ' la ragazza, che non esponendosi e non dicendole che l'amava, non ha saputo trattenere.

Marco: è un bel racconto a volte ironico. Il linguaggio è molto formale quasi burocratico. Il mondo in cui si muove è molto gioioso e in esso attinge le ispirazioni per la sua scrittura. .

Patrizia : il racconto è molto complesso. Ci sono vari piani di lettura a volte oggettivi,  a volte rispondenti alla fantasia del protagonista. Il fluire dei suoi pensieri, a volte interagisce con la realtà , e crea nel lettore l'aspettativa. L’episodio dell’incontro con il sarto fa divertire.  Esiste anche un aspetto sociale inerente alla sua professione: il protagonista  si sente a disagio con chi lavora perchè in quanto scrittore viene considerato un nulla facente e si trova costretto a giustificarsi

Cristina: è molto attuale. Per esempio la tematica dell’essere e dell’apparire è ricorrente ed è un elemento che caratterizza la nostra epoca.  Nel racconto viene rappresentata per esempio dal disappunto del protagonista per l'insegna troppo vistosa e inappropriata del fornaio, appariscente ma non rispondente alla concretezza e alla sobrietà del prodotto che viene venduto: il pane appunto. E' molto poetico. La passeggiata sembra il dipanarsi del racconto di una vita: dall'ingresso nel mondo, al vivere esperienze spesso entusiasmanti fino alla conclusione, in cui parla proprio della morte. La narrazione procede come l’evoluzione della giornata: dalla luce del mattino all'imbrunire. E’ la metafora della vita. In una passeggiata ha vissuto emozioni e pensieri che si ripropongono come un surrogato di quel che un essere umano può vivere e provare nella propria esistenza: l'estasi, la tristezza, etc...

Gianfranca : L’autore è stato dichiarato schizofrenico. Il repentino cambio di umore del protagonista è proprio sintomatico di questo genere di patologia. Le sue riflessioni sono tutte proponibili nel nostro tempo.

Marta : l'ho letto abbastanza in fretta: è carino ma niente di che. Devi però essere sempre concentrata nella lettura, non ti consente distrazioni.

Chiara :il parallelismo fra l'apparenza e l'inganno è una tematica  davvero molto attuale.

 

mercoledì 17 novembre 2021

Insegnami la tempesta di Emanuela Canepa

  •   Ci siamo incontrati
  • giovedi 25.11.2021 alle 20.30
  •  nella sede della biblioteca
  • e confrontati sulla lettura del libro
  • "Insegnami la tempesta" di Emanuela Canepa

 Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili.

C’è una donna ferma sulla soglia di un convento. Deve entrare, ma ha paura. Oltre quella soglia, lo sa, avverrà la resa dei conti. Perché è lí che si trova sua figlia, un’adolescente scappata di casa dopo l’ennesima lite con lei. Ed è lí che vive la persona che molti anni prima l’ha abbandonata senza una parola, per seguire la propria vocazione.
Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un’esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra. Perché ogni legame d’amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.  

mercoledì 27 ottobre 2021

L'animale femmina di Emanuela Canepa

 Ci siamo incontrati

il 27.10.2021 alle 20.30

 nella sede della biblioteca

per confrontarci sulla lettura del libro

L'animale femmina di Emanuela Canepa

E' gradita la conferma della presenza.

Green pass e mascherina obbligatori per l'accesso.

Da IBS:

Vincitrice del Premio Fondazione Megamark 2018

Vincitrice del Premio Calvino 2017

Emanuela Canepa mette a nudo non solo le contraddizioni delle donne, ma anche la fragilità degli uomini. E scrive un'educazione sentimentale in cui le dinamiche di potere si ribaltano, rivelando quanto siamo inermi, tutti, di fronte a chi amiamo.


«Per molto tempo non ho avuto il coraggio di farlo. Poi mi sono detta che dovevo tentare, e alla fine ci sono riuscita. Perché sapevo che là dentro sarei morta. E io invece volevo vivere»

Rosita è scappata dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per andare a studiare a Padova. Sono passati sette anni e non ha concluso molto. Il lavoro al supermercato che le serve per mantenersi l'ha penalizzata con gli esami e l'unico uomo che frequenta, al ritmo di un incontro al mese, è sposato. Ma lei è abituata a non pretendere nulla. La vigilia di Natale conosce per caso un anziano avvocato, Ludovico Lepore. Austero, elegante, enigmatico, Lepore non nasconde una certa ruvidezza, eppure si interessa a lei. La assume come segretaria part time perché possa avere piú soldi e tempo per l'università. In ufficio, però, comincia a tormentarla con discorsi misogini, esercitando su di lei una manipolazione sottile. Rosita la subisce per necessità, o almeno crede. Non sa quanto quel rapporto la stia trasformando. Non sa che è proprio dentro una gabbia che, paradossalmente, si impara a essere liberi.

mercoledì 29 settembre 2021

Letture estive

  Ci siamo incontrati

 Mercoledì 29 settembre 2021 alle ore 20,30

nella sede della biblioteca 

per il  confronto sulle letture estive e  la programmazione dei prossimi incontri.


giovedì 27 maggio 2021

La buona terra di Pearl S. Buck

 Ci siamo incontrati 

nella sede della biblioteca comunale 

27 maggio 2021 alle ore 20.30 

per confrontarci sulla lettura del libro:

La buona terra di Pearl S. Buck

  TRAMA: Per il contadino cinese Wang Lung, per la sua umile e rassegnata moglie O-Lan e per i loro parenti, la terra rappresenta tutto: il benessere, l'unione della famiglia, le tradizioni più sacre, le virtù delle generazioni passate e le speranze di quelle future. La buona terra descrive con sobrietà, potenza e un profondo e sottile senso di umanità un mondo di umili e oppressi; la scrittura di Pearl S. Buck, realistica e schiva eppure profondamente emozionante, affascina ancora oggi i lettori con il racconto della Cina dei primi decenni del Novecento, un Paese a noi poco noto, con la sua millenaria cultura, la sua antica miseria, la sua dignità, la sua poesia delle cose semplici.

martedì 13 aprile 2021

Sette anni in Tibet di Heinrich Harrer

 

  Ci siamo incontrati da remoto

 Mercoledì 14 aprile 2021

 alle ore 20.00

   e confrontati sulla lettura del libro:

  Sette anni in Tibet


Al principio del 1939 Heinrich Harrer, ex campione di sci e famoso alpinista austriaco, viene scelto per partecipare alla spedizione sul Nanga Parbat. Tornerà in patria solo dopo incredibili eventi: sarà internato in un campo di concentramento, evaderà più volte, riuscendo a penetrare in terre mai visitate da un occidentale e a fare amicizia con il giovane Dalai Lama; ma soprattutto conoscerà e sarà conquistato da una cultura antica e affascinante, di cui diventerà il paladino. "Sette anni in Tibet" è non soltanto il racconto appassionante di questa straordinaria esperienza - un'avventura al limite dell'incredibile - ma anche una testimonianza storica e umana sugli ultimi anni del Tibet indipendente, alla vigilia della drammatica invasione delle truppe cinesi.

giovedì 4 marzo 2021

Il talento dei Parsi di Bapsi Sidhwa


 Ci siamo incontrati da remoto

giovedì 4 marzo alle ore 20.00

e confrontati sul libro

 Il talento dei Parsi
 
 Trama: Verso la fine del diciannovesimo secolo, Faredoon Junglewalla, detto Freddy, a ventitre anni, si mette in viaggio con la sua famiglia per cercare fortuna nei sacri pascoli del Punjab. Freddy raggiunge Lahore: una città abitata dalle più svariate etnie e caste, governata da britannici infastiditi dal caldo e dalla ressa, animata dai commerci più strani, e perciò anche da singolari trafficanti e avventurieri. Che cosa può fare Freddy se non appellarsi all'antica virtù del popolo a cui appartiene, al talento dei Parsi? Freddy custodisce i principi sommi di tale talento e li traduce in una massima adatta alle circostanze sue e della Storia: diventare i più grandiosi leccapiedi dell'Impero Britannico. 
 
Per chi volesse collegarsi:

Argomento: Riunione GDL Castel mella
Ora: 4 mar 2021 08:00 PM Amsterdam, Berlino, Roma, Stoccolma, Vienna

Entra nella riunione in Zoom
https://us02web.zoom.us/j/87284603782?pwd=ME05dGRmNjNTZncyWExRbitsYXVMdz09

giovedì 4 febbraio 2021

La vendetta del perdono di Eric-Emmanuel Schmitt

    Ci siamo incontrati

   Giovedì 4 febbraio alle ore 20.00

   sulla piattaforma Zoom, invitati da Patrizia che ringraziamo.

    Ci siamo confrontati sulla lettura del libro 

    La vendetta del perdono

    di Eric- Emmanuel Schmitt    edizioni e/o

 

Le credenziali per accedere sono le seguenti:

Patrizia Bonetti is inviting you to a scheduled Zoom meeting.

Join Zoom Meeting

https://us02web.zoom.us/j/85133454757?pwd=aFM5UVI2azVIemtyRWRTM3kvdXVhQT09
https://us02web.zoom.us/j/85133454757?pwd=aFM5UVI2azVIemtyRWRTM3kvdXVhQT09

Trama: Ah, il perdono! Gesto meraviglioso grazie al quale chi perdona viene affrancato dal risentimento e chi è perdonato viene sollevato dal senso di colpa per aver compiuto il misfatto.
Ma cosa accade quando il perdono si rivela una vendetta per chi lo concede e una condanna per chi lo riceve? È il tema di questi quattro racconti di Eric-Emmanuel Schmitt. Con la consueta spigliatezza e ironia l’autore ci presenta quattro situazioni in cui l’atto di bontà diventa il mezzo di una vendetta sottile, quasi sadica.
Così abbiamo la storia di Lily, la gemella buona e brava che perdona alla sorella Mosetta di essere invidiosa e subdola; la storia di Mandine, che perdona a William di averla sedotta e abbandonata; la storia di Élise, che perdona a Sam Louis di aver violentato e ucciso sua figlia; e infine la storia dell’anziano aviatore Werner von Breslau, che perdona a se stesso di non essersi opposto al nazismo nel decennio che ha sconvolto il mondo. L’epilogo di ognuna delle quattro novelle ci ricorda che il risultato delle nostre azioni non è sempre quello che ci aspettiamo. E se a descriverlo è la penna di Schmitt, possiamo star certi che il finale inatteso è sempre un magistrale coup de théâtre.

«Quattro racconti che lasciano il lettore sconcertato e intrigato».
(Emmanuèle Peyret – Libération e Internazionale)