Trama (da Feltrinelli editore): . Maurizio Maggiani, che si è rivelato uno dei più autentici
'raccontatori' di storie della narrativa contemporanea, fa muovere il
suo protagonista, Saverio, in uno scenario dove la Storia incrocia la
memoria e apre verso l'utopia. Dall'immobilità della malattia ( e del
malessere) che lo inchioda al letto, Saverio, riafferra il filo perduto
della sua esistenza e dei suoi progenitori, e riaggomitola eventi che da
Alessandria d'Egitto (città di esuli, di anarchici, di sognatori) lo
portano indietro ai fantasmi che allacciano poesia e anarchia. Ma non
basta: l'impresa di Saverio impone un ulteriore scarto temporale e lo
sbalzare irresistibile sulla pagina di memorie che riaccendono i roghi
contro gli eretici nella Lunigiana ribelle del Cinquecento e la violenza
dell'imperialismo romano contro il popolo degli Apui. Romanzo di
romanzi, saga, cantare, "Il coraggio del pettirosso" è l'omaggio solenne
e dolcissimo alla parola dei padri quando tornano ad abbracciarsi, al
silenzio dei popoli quando tornano a raccontarsi dentro di noi.
Citazione "Quello del pettirosso è un coraggio umile e testardo come il coraggio di chi dall'incendio della Storia si leva leggero col suo sogno di libertà intatto"
Il confronto
M: Saverio, il
protagonista del libro, cerca di dare senso alla propria esistenza
intraprendendo un viaggio alla riscoperta delle origini. Dopo aver
perso entrambi i genitori, si avventura nel deserto tra paesaggi
mozzafiato e luoghi meravigliosi, descritti con minuzia di
particolari. La sua casa diviene la natura, trascorre le notti
cullato dal cielo e riscaldato dalle stelle. La sua vita è
attraversata da brividi di libertà che gli ricordano i racconti del
padre, un anarchico libertario. Il desiderio di comprendere le
proprie origini nasce dalla scoperta di un libro di poesie di
Ungaretti custodito dal padre nel proprio comodino. Da qui si
generano gli interrogativi e le domande cui non riesce a dare
risposta: come poteva un anarchico amare un autore implicato con il
fascismo? Tutto si nasconde nella forza evocativa di quei versi
meravigliosi.
In Italia, Saverio incontrerà
misteriosamente Giuseppe Ungaretti, che gli consegnerà un antico
foglio manoscritto riguardante Pascal, un eretico messo al rogo a
Carlomagno.
Il libro è composto da storie un
sapiente incastro di storie, che si svolgono in epoche diverse ma che
si riconducono tutte al misterioso Pascal.
M: dopo la stasi iniziale, il libro ha
iniziato a coinvolgermi e ad appassionarmi. È come se venissero
convogliate in un unico romanzo tante storie diverse, legate da un
filo conduttore.
A: il libro contiene pagine di alta
poesia, soprattutto nelle meravigliose descrizioni della natura e del
deserto. Tra i tanti eventi e storie che si incastrano tra loro,
rimangono in sospeso, senza una precisa risposta, alcuni elementi: mi
chiedo, ad esempio, se il sentimento che lega Saverio a Fatiha sia
vero amore o soltanto sesso.
Saverio è il personaggio principale
del romanzo; dalle situazioni narrate emerge un individuo molto
fragile che non ha la forza necessaria per sostenere il peso della
vita. Mi piacerebbe rileggere nuovamente questo libro per comprendere
appieno certi passaggi.
L: E’ importante rileggere questo
libro: soltanto con una seconda lettura è possibile comprenderne i
nessi più profondi, i passaggi più sottili e le problematiche che
possono essere attualizzate nella vita di tutti i giorni. Il romanzo
è madido di descrizioni meravigliose, in cui la natura assume una
posizione di primo piano,
L: E’ fondamentale considerare
l’origine dell’autore, che proviene da zone libertarie ed
anarchiche. Credo che l’autore si dilunghi molto, ha un modo di
scrivere complicato e prolisso. Ho trovato meravigliosi i capitoli in
cui è descritto il paese Carlomagno.
C: Anche io ho dovuto rileggere questo
libro per capire totalmente tutti i significati nascosti. È un testo
estremamente complesso, che procede con ritmo lento a dispetto di
quanto ci si potrebbe aspettare dal titolo accattivante. L’autore
propone la tematica dell’emigrante, che ricerca le proprie origini:
Saverio è, infatti, uno sradicato, non si sente italiano ma nemmeno
egiziano. Prevale un senso di inappartenenza, di estraneità a
qualsiasi cultura e luogo. Molto interessante la figura femminile,
Fatiha, una palestinese che accetta di diventare terrorista per
identificarsi in qualcosa, per non essere del tutto sradicata. Mi
ricorda molto Shirin, protagonista di Semina il vento di
Perisinotto, in quanto anche in questo caso l’integralismo islamico
e un atto di violenza terroristica rappresentano l’alternativa in
cui ritrovare se stessi.
G: Pascal, secondo me, rappresenta il
pettirosso: è colui che affronta la vita con la consapevolezza di
cosa potrebbe accadergli.
M: è un romanzo molto poetico, sono
rimasta affascinata dalle descrizioni della natura e della forte
simbiosi di Saverio con gli elementi naturali. L’apertura mi ha
ricordato La coscienza di Zeno. Il protagonista dichiara,
infatti, la funzione terapeutica della scrittura, che diviene un
potente mezzo di comprensione della realtà.
Il continuo intrecciarsi tra finzione e
realtà determina lo smarrimento del lettore, che fatica a
comprendere la poliedricità dei significati nascosti nelle pagine di
Maggiani. L’autore affida ai libri di Ungaretti un ruolo
fondamentale: il poeta è, infatti, colui che innesca in Saverio il
desiderio di scoprire le proprie origini, di conoscere i segreti del
padre che custodiva gelosamente i libri di un uomo politicamente
tanto distante. Ungaretti è amato da tutti indipendentemente dal
proprio orientamento politico, riesce a penetrare in ogni anima,
affidandogli il suo messaggio. Il porto sepolto rappresenta il
tentativo di Saverio di riscoprire se stesso e le proprio origini.
P: Non è un libro che ho
interiorizzato, non sono riuscita a sentirmi coinvolta, mi è rimasta
una certa amarezza per non aver compreso totalmente certi passaggi. È
un romanzo complesso, faticoso, in cui si mescola finzione e realtà,
e si intrecciano stili di scrittura completamente diversi.
C: Mi è piaciuta molto la descrizione
della natura e delle bellezze floreali del deserto.
E: ho faticato a leggere questo libro,
in quanto alcuni punti mi annoiavano. Penso che Saverio sia una
persona comune, che cerchi di darsi un’origine, di trovare qualcosa
in cui identificarsi. Ha il coraggio di prendere decisioni e di fare
cambiamenti. Mi ha ricordato Shirin del libro "Semina il vento" che è costantemente alla ricerca
delle proprie radici.
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