"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

martedì 7 ottobre 2008

Le voci del mondo di Robert Schneider

Trama: "Questa è la storia del musicista Johannes Elias Alder, che all'età di 22 anni si tolse la vita, avendo deciso di non più dormire.
Nel villaggio alpino di Eschberg, abitato dalle due stirpi dei Lamparter e degli Alder, ebbe la sfortuna di nascere, nei primi dell'ottocento, Johannes Elias, un bambino dal prodigioso talento musicale, destinato però a non poter essere compreso e coltivato in una piccola comunità contadina, per poi spegnersi nell'indifferenza generale.
"Quanti uomini meravigliosi, filosofi, pensatori, poeti, pittori e musicisti il mondo avrà perduto solo perchè ad essi non fu concesso di imparare la propria arte?"

Citazione: "Chi ama non dorme."

Il confronto: "Emerge la figura del genio e il suo essere diverso rispetto al resto del mondo, anche fisicamente. Non ho ben capito questo libro. Il rapporto degli uomini con Dio è costante, ma è un Dio che non li aiuta. E' un libro che tratta di personaggi infelici, della durezza della vita, un libro molto triste. "

"Pur non appartenendo al genere di libri che mi piace, mi ha molto coinvolta e l'ho letto tutto d'un fiato. Forse perchè è scritto molto bene: in particolare quando narra dell'esibizione di J. E. Adler, nel concerto per il concorso per organista, al quale partecipa. La musica te la senti fremere nelle ossa, trattieni il fiato dall'emozione. Il protagonista sa usare delle note molto forti che raggiungono il cielo e ti riportano all'inferno, e ti fanno pensare a quale sublime sensazione deve provare il genio quando sfiora la perfezione.
La storia ti fa pensare anche a quanto crudele e beffarda sia la natura (o Dio), che distribuisce doni a chi non può farne uso, solo perchè nasce nel posto e nel momento sbagliato."

"L'ho letto velocemente e lo sto elaborando. E' uno stile epico simile a quello delle saghe, dove il protagonista è l'eroe e l'antagonista è Dio.
Il dono della musica è più simile ad un castigo. Non ci sono eventi fortunati, tutto sfocia in tragedia. Un libro piacevole, ma un po' insolito. "

"L'ho trovato divertente, mi è piaciuto molto. Si capisce che è stato scritto da un contemporaneo e che l'epoca in cui è ambientato non appartiene al periodo in cui vive lo scrittore. Si rifà a storie teutoniche dove c'era molta violenza."

"La violenza mi da fastidio. E questo è un libro molto violento su tutti i piani, nei rapporti interpersonali e famigliari, e mi ha angosciato. Neppure i barbari vivevano così. Infatti i longobardi, che erano considerati un popolo barbaro, erano uniti fra loro e avevano in grande considerazione la famiglia e un rispetto reciproco tale da renderli coesi e vincitori.
Questo libro ci porta in una realtà triste, ci mostra la violenza di Dio, la violenza degli uomini , che è il lato peggiore dell'essere umano.
Ascoltare gli interventi degli altri mi ha comunque fatto riflettere e attenuare il giudizio negativo. E' scritto molto bene, l'autore ha la capacità di farti partecipare al racconto.
La religione è vista in un modo violento.
L' umorismo c'è ma è tragico."

"Fa riflettere sulla genialità: da un lato essa apre a possibilità umanamente impensabili ma dall'altro rende difficile il vivere il quotidiano. Il protagonista non riesce ad avere una vita normale proprio a causa delle sue capacità musicali straordinarie e della sua sensibilità. Le persone geniali forse non riescono a fare le cose più semplici: Elias Adler, nonostante le pene e i tormenti, non riesce a dichiarare il suo amore ad Elsbeth."

"Non l'ho finito perchè è pesantuccio. Si legge bene ma sono gli argomenti che non mi entusiasmano: l'eroe romantico, l'onore, la morte. Non avevo voglia di affrontare questi temi.
Mi ha colpito la sua infelicità, più che la religiosità. Il protagonista è un incompreso: la sua vita è difficile poichè nessuno lo capisce."
"E' scritto bene, ma è triste. Evidenzia la crudeltà delle persone, i sentimenti negativi: la grettezza della madre che nasconde il proprio figlio perchè è diverso. L'autore è bravo nel descrivere le sensazioni che prova il protagonista."
"E' un romanzo di formazione al contrario, perchè in realtà il protagonista non fa un percorso di crescita ma invecchia istantaneamente.
Nel protagonista c'è una continua tensione verso la perfezione, e non solo musicale. Infatti egli ritiene che la vera ragione per cui Elsbeth non l'ha corrisposto è che lui non aveva amato abbastanza.
Il suo interlocutore è Dio, il responsabile della tragedia è sempre Dio, c'è la presenza maligna di una natura cattiva.
Gli uomini sono per natura maligni, subiscono la cattiveria e la sperimentano con le loro azioni. La genialità dello scrittore sta nel riuscire a coniugare momenti tragici con l'umorismo (vedi l'incendio della strega che diceva di parlare con i morti).
Tutti sono assolti dalle loro malefatte: li giustifica il vivere in cattività, in continua lotta per la sopravvivenza, nelle difficoltà quotidiane. Anche la religione, così cupa e negativa, non è un sollievo.
La vera condanna è la vita stessa che sono costretti a vivere.
Oltre la trasformazione del protagonista c'è anche quella finale di Peter, un individuo cinico e crudele, che si riscatta con l'amore. Ciò che trasforma Peter e lo muta nell'animo è l'amore per l'amico e la sua perdita lo riconcilia con tutti.
E' un libro che ti trascina, lo percepisci con i sensi e va oltre la semplice lettura, lo senti in pancia. E' scritto in modo musicale ed è stato una forte esperienza."
"E' un libro interessante e all'inizio molto fantasioso: vedi ad esempio la trasformazione di Elias sulla pietra, in mezzo al fiume, che è una vera e propria mutazione. Poi, nel proseguo, la narrazione diventa la storia cupa di un villaggio.
I personaggi sono ben descritti e comprensibili. Elias è un essere fuori da ogni norma, sia per l'aspetto fisico sia per il pensiero. Il personaggio si fa seguire con molta curiosità: l'amore per Elsabeth, l'amicizia con Peter, il suo aspetto fisico, gli occhi gialli e la sua maturità precoce.
Ben descritto il suo rapporto con Dio. Mi è piaciuto quando dice che Dio non da più dolore di quanto non se ne possa sopportare.
L'ho letto con molto piacere."
"Le voci del mondo" e "Profumo", sono due libri abbastanza paralleli. Nel primo però, c'è più misura nella narrazione e nella descrizione delle scene violente.
La religione è quella contadina in cui il sacro e il profano sono mescolati. E' una religione cupa, che non da speranza. E' la religione della paura, durata secoli."
"L'autore mette in evidenza questo aspetto della vita: fatti o parole che sembrano banali a chi li trasmette, possono avere un forte impatto in chi li riceve, al punto di segnarne l'esistenza. Mi riferisco per esempio alla frase pronunciata dal viandante:" Chi ama non dorme", che ha avuto su Elias effetti fatali."
Libri citati: "Il profumo" di Patrick Suskind