"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

venerdì 29 gennaio 2016

Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams

Ci siamo incontrati
Mercoledì 24 febbraio 2016
alle ore 20,30

nella sede della biblioteca
e confrontati sulla lettura de

Guida galattica per gli autostoppisti
 di Douglas Adams
Mondadori edizioni




Trama: Arthur Dent, scopre che alcune ruspe gialle (che ha appena notato nel suo giardino) stanno per demolirgli la casa in cui abita per fare spazio a una nuova superstrada. Dopo poche ore gli abitanti della Terra scopriranno che il loro pianeta sta per avere lo stesso destino, ma a cura di una flotta di astronavi gialle che appaiono improvvisamente nel cielo. Arthur viene salvato da un suo vecchio amico, Ford Prefect, che si rivela essere un alieno originario della stella Betelgeuse e che lo trascina con sé, chiedendo un passaggio ad una delle astronavi demolitrici. Arthur scoprirà così un universo sconosciuto, nel senso letterale del termine, in cui la sua unica bussola sarà la Guida Galattica per gli Autostoppisti.

mercoledì 20 gennaio 2016

Il libro delle illusioni di Paul Auster


Citazione: "Se voglio salvarmi la vita, devo arrivare ad un passo dal distruggerla"

Trama: Professore universitario e critico di prestigio, David Zimmer trascorre le sue giornate in uno stato di semicoscienza alcolica davanti alla tv da quando ha perso moglie e figli in un incidente aereo. Ma una sera un vecchio film comico del cinema muto lo scuote dal torpore: il regista del film, Hector Mann, è scomparso nel 1929 all'apice della sua carriera. Affascinato, Zimmer decide di ricostruire la vicenda e, dopo accurate documentazioni, pubblica un libro sull'argomento. Ma, a un anno dalla pubblicazione, una lettera spedita da una cittadina del New Mexico arriva a confondere tutte le sue conclusioni: è firmata dalla moglie di Mann e dice che il regista sarebbe lieto di incontrare il suo biografo

Recensione da IBS:  Che fine ha fatto Hector Mann? Protagonista di una breve e folgorante carriera nella Hollywood degli anni Venti, l'attore è scomparso nel nulla. Le sue comiche mute fanno ormai parte della storia del cinema, accanto a quelle di Charlie Chaplin, Buster Keaton e Harold Lloyd. Ma cosa lo ha spinto, o costretto, a fuggire da un brillante futuro in un giorno di gennaio del 1929?Quando David Zimmer vede per la prima volta un film di Hector Mann, ritrova il sorriso che aveva perduto da molti mesi. Sua moglie e i suoi due figli sono morti in un incidente aereo e lui è schiacciato dal dolore. Scrivere un libro sul geniale comico scomparso diventa un modo per sopravvivere.
Ma, alla pubblicazione del saggio, Zimmer riceve una lettera da Terra del Sueño, New Mexico, e qualche tempo dopo una donna misteriosa viene a stanarlo dalla sua solitudine, raccontandogli l'incredibile storia della vita di Hector Mann. Intrecci sentimentali, omicidi, fughe e vagabondaggi, e infine un progetto grandioso e folle: una sfida al nulla messa in scena nello scarno paesaggio del deserto americano, e destinata a cancellarsi da sola.
In un gioco drammatico di echi e rispecchiamenti, Zimmer svela la vita segreta di Mann e Mann, indirettamente, gli restituisce la voglia di vivere e di amare. Qui Paul Auster tocca il cuore dell'esperienza artistica, la sua fragilità e la sua forza: perché e per chi esiste un'opera d'arte. Ovvero, come l'arte può dare, e togliere, la vita.


Il confronto:

Ornella: il libro è complesso ma ben costruito, anche se spesso inaspettatamente il racconto cambia direzione. E' affascinante potere, come il protagonista, cambiare posto nel mondo, non aver nessun legame e ricominciare una nuova vita. Gli anni del cinema muto, descritti nel libro, sono comunque appassionanti.

Maddalena: la prima e ultima parte mi sono piaciute. A metà l'ho trovato un po' noioso.

Roberta : Mi è piaciuto molto. Tratta della vita e di tutti i suoi aspetti: l'amore, la fantasia, l'arte, l'amicizia. Le descrizioni ti danno la sensazione di essere al cinema: è uno specchio di immagini dove tutte le storie si intrecciano. Sono molto invidiosa di chi ha uno spirito creativo e lascia in ricordo ai posteri qualcosa di se. La conclusione mi ha fatto riflettere molto su cosa voglio io domani.

Luciano: Hector è un grande attore ed è in grado di adeguarsi alla vita. E' un essere camaleontico. Con Brigid che, essendo innamorato di Sylvia Meers , ha abbandonato senza molte preoccupazioni, si è comportato molto male, ma in seguito, dopo la morte di lei, ha tentato di riscattarsi con la sorella Nora, aiutandola nel negozio del padre e standole vicino.
Mi ha colpito il momento in cui David, il protagonista, guardando una scenetta del film di Hector sorride e dimentica per un momento la sua disgrazia. In quegli istanti avverte una scossa, rinasce e si da ancora una possibilità di vita. Anche con Alma sente di avere un'occasione per ricominciare.
Alma è una figura interessante anche per la caratteristica voglia in viso, che potrebbe rappresentare metaforicamente uno sdoppiamento di personalità. E' una figlia di artisti, nata e cresciuta nel microcosmo del ranch di Hector e Frieda in New Messico. Ha respirato l'atmosfera del cinema muto e per Hector è quasi una figlia. Per questo le concede di scrivere la sua biografia e di mettersi alla ricerca di David.  Nella pellicola che, dopo la morte di Hector, Alma riesce a visionare con David, prima della definitiva distruzione, rivede la madre da giovane, che recitava nel cinema muto, ma non sembra disperarsi per l'imminente perdita di tutte quelle opere. Gli attori di questi film dovevano avere qualcosa in più di quelli dei giorni nostri: la facilità e l'intensità espressiva.
Tutti i personaggi del romanzo in un modo o nell'altro sono alla ricerca di se stessi: a volte si rinnegano, si trasformano poi si ritrovano ancora: è l'illusione del mondo.
In alcuni momenti ti chiedi se la storia stessa non sia un'illusione. Zimmer scopre a proprie spese che l'arte può dare e togliere la vita.

Gabriella: Hector tocca il fondo di se stesso nel momento i cui accetta per soldi di  fare l'attore pornografico insieme alla prostituta conosciuta per caso. Ma in ogni sua vita, delle molteplici che ha vissuto, si trova poi a fare i conti con la morte e con una nuova rinascita.

Maura: Il libro è pervaso dal senso di colpa. Hector è stato costretto dalle circostanze a cambiare vita più volte. Frieda, l'ultima sua donna, aveva costruito intorno ad Hector ed al suo segreto tutta la propria vita. Per una questione di coerenza lei lo preferiva ignorato dal mondo piuttosto che si scoprisse la sua colpa: la sua complicità nella sottrazione del cadavere Brigid, uccisa, pur senza premeditazione, dalla sua innamorata e sposa desiderata Sylvia Meers.
E' un bel libro ma mi aspettavo qualcosa di diverso avendo letto Trilogia di N.Y.

Cristina: tutto il romanzo è una riflessione sul senso della vita e della morte. Paul Auster ha scritto questo libro in concomitanza con la morte del padre e la separazione dalla prima moglie. Pertanto l'esplorazione di queste tematiche è stata quasi una necessità, per capire se stesso, le proprie radici e la propria vita.
Tali necessità lo accomunano a David Zimmer, a Hector Mann e a Chateaubruiant, che hanno voluto parlare delle proprie vicende solo dopo morti. L'intenzione non è quella di produrre un romanzo realistico ma di rendere, anche con lo stile introspettivo del narratore, il senso dell'illusione. I personaggi in continua trasformazione vivono sul confine tra la pazzia e l'annullamento che li allontana dalla realtà, rendendola sempre più illusoria.

Gianni : molto significativa la frase di Chateaubriand: ”L'uomo non ha una sola e identica vita, ne ha molte giustapposte, ed è la sua miseria”. Il libro non mi è piaciuto, noioso, tirato per i capelli.
Nonostante ciò ho trovato interessante la parte riguante la struttura dei film muti. I registi avevano inventato una sintassi dell'occhio e una grammatica della cinesi pura. Il loro era un pensiero tradotto in azione.
Il libro esprime bene i concetti contenuti nella frase di Chateaubriand: “Tutti i miei giorni sono degli addii, si muore ad ogni momento per un tempo, una cosa, una persona che non si rivedrà mai più”.Gli spunti del libro sono interessanti. Ho disprezzato molto David, quando da ubriaco alla festa, ha avuto una reazione esageratamente aggressiva e non giustificata neppure dalla sua condizione. 

Patrizia: anch'io l'ho trovato noioso. La storia non mi ha colpito. Mi è piaciuto il momento in cui David, depresso e disperato a seguito della tragica morte di moglie e figli, guardando una scenetta del film di Hector si ritrova suo malgrado a sorridere. Infatti come dice l'autore è proprio vero che: “La vita è una morte a ripetizione ma può cambiare anche in meglio”. Mi ha stupito l'esigenza di Hector distruggere le proprie opere che per un artista è un controsenso.
La figura di Frieda è molto enigmatica. David, ripensando a come si sono svolti i fatti nel ranch di Hector, prima e dopo la morte di quest'ultimo, comprende che Frieda potrebbe aver accellerato la morte del marito per impedirgli di cambiare idea circa la distruzione dei suoi film e che Alma, avendo avuto accesso agli stessi per scrivere la biografia, potrebbe averli messi in salvo.

Fiore: mi piace la forma letteraria, è un libro interessante.

Marco: il destino è quello che è. David si sente in colpa perchè aveva insistito per portare moglie e figli in aeroporto a prendere un aereo che avrebbe dovuto essere più sicuro e che poi è precipitato. Aveva cercato di fare la cosa migliore ma poi il destino ci ha messo lo zampino. Il libro mi è piaciuto tutto anche la fine.