"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

mercoledì 12 novembre 2025

Il Budda delle periferie di Hanif Kureishi

 


Ci siamo incontrati

mercoledì 19.11.2025  alle 20.30

 nella sede della biblioteca

per confrontarci sulla lettura del libro

"Il Budda delle Periferie " di Hanif Kureishi




Praticamente, si tratta di un compleanno di quelli importanti. Sono passati venticinque anni da quando la comparsa sulla scena letteraria del romanzo che avete tra le mani ha rovesciato un bel po' di preconcetti. Cinque lustri sono trascorsi da quando Hanif Kureishi, già candidato all'Oscar per la sceneggiatura di 'My Beautiful Laundrette', ci ha fatto conoscere e praticamente regalato il suo protagonista Karim, diciassettenne, ribelle, spiritoso, mezzo indiano e mezzo no, e 'vero inglese, più o meno' come lui stesso dice. 'Il Budda delle periferie', romanzo d'esordio, racconto di formazione quasi picaresco, documento sociale e politico, e praticamente essenziale abbecedario della cultura pop-rock, con la sua irriverenza e la sua sfrontatezza continua da allora a incantarci. Pochissimi romanzi - con la lettura dei quali siamo in qualche modo diventati diversi e probabilmente migliori - hanno questo potere, di conservare intatta la loro forza e la loro magia nel tempo. Se non lo avete ancora fatto, seguite le avventure e i pensieri di questo ragazzo, che vi trascineranno in un mondo che non conoscete né vi aspettate. Se lo avete già letto, incrociando di nuovo queste righe scoprirete che Karim ha ancora la scandalosa e spregiudicata libertà di allora, e che voi stessi siete cambiati, ma siete ancora quelli che eravate, 'più o meno'."

1 commento:

Debora Corsini ha detto...

"Il Budda delle periferie" è un romanzo di formazione brutalmente audace in cui viene affrontato quell'inquieto malessere generazionale che trova espressione in una irriverente sfrontatezza. Il protagonista Karim incarna una sorta di Picaro moderno, figlio del sogno utopico di miglioramento sociale della famiglia emigrata da una ex colonia imperialista e divenuto fautore di una chimera fatalista e disillusa. Kureishi trascina il lettore in un vortice torbido che esplora i lati più oscuri dell'animo umano fino a sfociare nell'eccesso che non trova soddisfazione.
La ricerca della propria identità porta all'alienazione dell'individuo stesso, che vive in un contesto ostile da cui vorrebbe emergere ma anche isolarsi, quasi a voler sradicare le proprie origini. Si tramuta così in un progressivo sgretolamento di un'identità già fragile e inconsistente, che sviluppa perfino razzismo tra i propri simili. La lotta di classe è una lotta per l'accettazione, una sorta di sopravvivenza sociale in un'epoca di cambiamenti e precarietà politica ed economica. Karim è un antieroe che alla fine si rivela portatore di consapevolezza e verità anche dove regna la menzogna . Ne è testimone l'ambiente sfarzoso in cui si dipinge l'ipocrisia anticonformista in sottile e talvolta ironica denuncia, mainstream al punto che anche ciò che a un certo punto sembra trasformativo si basa sulla convenzionale tradizione. Ne è un esempio Jamila, che si reputa ribelle nell'antiribellione alle norme religiose del padre, anche se alla fine si rivelerà uno dei personaggi che prende più posizione, così come la madre Jeeta, autrice della propria intima vittoria femminista personale.
L'odio, l'incomprensione, la frustrazione hanno il minimo comune denominatore della passione che non trova compimento. L'incomunicabilità di fondo si tramuta così in espressione di comportamenti perversi e in un linguaggio che nel suo esplicito contenuto non trasmette in realtà alcun significato.
Troverà un canale nel padre, Haroon, che diviene un guru vero e proprio. Ma alla fine è colui che porta l'Illuminazione nelle menti degli inglesi, pronti ad ascoltare e sperimentare ogni diversivo che gli venga proposto... basta che sia a sfondo esotico! Lo si può toccare con mano nel suo andare contro ogni convenzione.
Il sentimento più puro trova però un involontario rappresentante in chi non solo viene descritto come ripugnante ma è anche figura di rifiuto dell'amore stesso. Changez è in fondo uno dei personaggi più esemplari per simboleggiare l'amore genuino. Lo stile di Kureishi è arguto e brutale, brillante e pulsante ma soprattutto fuori dagli schemi nel suo realismo più tagliente. Non mancherà infine una nota di dolcificante per attenuare l'amarezza di una vita di soprusi, incompletezza e incomprensione, alla continua ricerca della realizzazione personale ma senza una precisa direzione. E forse è anche questo che può infondere speranza: che non è mai troppo tardi per deviare il corso degli eventi e creare un futuro tutto da vivere come un punto interrogativo. Tutto può ancora succedere, nel bene e nel male... Anche la propria redenzione.