Trama: Si fanno chiamare Cristiani Sovversivi. C'è chi li considera dei
terroristi, e chi invece pensa che siano un toccasana per il nostro
spompato Occidente. Agiscono sullo sfondo, mentre in primo piano si
alternano le avventure di due personaggi che hanno molto in comune,
anche se non lo sanno ancora. Il primo è Federico Morpio: artista a
Milano, ex giovane, si ritrova solo e senza soldi. Ha un dubbio che lo
angoscia piú dei debiti: è stato escluso dall'ambiente dell'arte perché
non aveva gli agganci giusti o non, piuttosto, per la sua mancanza di
talento? Lo scoprirà unendosi a un gruppo di ambiziosi sognatori. La
seconda è Adele, una giovane donna malinconica. Ha un lavoro da
impiegata, vive sola. Una notte incontra un essere domestico e
prodigioso: la sua vita ha una svolta, comincia a frequentare persone
speciali. Insieme a loro concepisce un piano inaudito. Come i suoi
protagonisti, questo romanzo si getta nella mischia della nostra epoca.
Colpi di scena e accelerazioni improvvise si mescolano a incursioni
nella natura e nell'arte: il brulicare di creature nelle periferie
urbane, le chiese, i musei, le mostre di arte contemporanea. Ma intanto,
su ogni dettaglio della vita e della morte vigila un'entità umbratile,
che dice misteriosamente di essere "l'Interrotto".
La recensione di IBS: Un romanzo vorticoso, vivace, profondamente
contemporaneo, che attraversa le esperienze piú belle
e angoscianti della vita: il talento, l’amore, la fede
e la capacità di creare.
"Le parole non sono le cose. Partono sconfitte in partenza, ma alla
fine le amiamo proprio per questo, perché quando riescono a farci vedere
quel che non c'è - e quelle di Scarpa ci riescono - la sensazione è
quella che la Storia la scrivano anche i vinti." - Tommaso Pincio
Ogni volta che inizio un nuovo romanzo di Tiziano Scarpa mi trovo nella
medesima condizione emotiva: attesa, divertimento, attenzione e
curiosità si combinano dentro di me in modo imprevedibile e piacevole.
So già a priori che non sarò delusa.
Consiglio a ogni lettore di farsi avvolgere come me dalle parole e
trascinare dalla storia, ovunque l’autore ci voglia portare: fatevi
trasportare dal fiume senza opporre resistenza.
Le parole di Scarpa fremono, vorticano (il panico della lingua),
scrosciano come le lettere del vecchio tabellone della Stazione Centrale
che a Milano non c’è più: solo usando la stessa lingua dell’autore si
riesce a descrivere questo testo.
Protagonisti un artista fallito, una donna infelice e sola, una società
che si sta trasformando così tanto da non riuscire neppure a
comprenderlo.
L’arte è performance, video, macrofotografia, vita vissuta, morte. C’è
chi riesce a trasformare tutto ciò in un successo e chi no. Questione di
nascita, di carattere, di talento. Federico Morpio lo ha capito da
tempo e in fondo sa perché lui non è stato capace di farlo.
Invece Adele non è ben consapevole di ciò che le manca: la vita vera, la
natura, le relazioni con chi le sta attorno. Grazie a un piccolo essere
vivente con cui entra in rapporto apre gli occhi e capisce. La sua
conversione, iniziata con un minuscolo episodio casalingo, la conduce
verso una sacralità inattesa: la spiritualità delle candele elettriche,
un Dio fotoerogatore sempre disponibile, un Vangelo Cromatico
immortalato in un’opera d’arte, un Cronovisore.
Tutto ciò che la modernità ha fatto entrare nella nostra vita può essere
visto con un altro sguardo, ribaltato, antropomorfizzato, deificato.
Tutto ciò che la modernità ci ha costretti a perodo di
avere una rivelazione ancora più totalizzante? E se invece si andasse
verso una deriva oltranzista?
Dentro al romanzo aleggia anche un voce fuori campo – l’Interrotto
– che sottolinea continuamente come il non nascere, il non vivere non
significa per forza non capire. Ma cosa? Che il dere può essere
recuperato: i rapporti familiari, il sostegno reciproco, la fiducia, il
lavoro manuale, il contatto fisico, la riflessione, l’etica, la
religiosità. E se poi, partendo da questo presupposto, ci fosse msenso dell’esistenza
contemporanea va ricercato e recuperato con fatica? Che per migliorare
il mondo è meglio non esserci?
Il romanzo di cui c’era bisogno, oggi. Il romanzo che torna a mettere al
centro la lingua italiana, ma che al tempo stesso è privo di quella
retorica di cui talora sono imbevuti quelli che la difendono. Il romanzo
che racconta ciò che ancora non si vede: cosa sta accadendo nella
nostra società, come ci stiamo trasformando, come diventeremo – forse – o
come non saremo mai, ma avremmo potuto essere.
Il confronto:
Luciano:
L’autore si distingue per la capacità di usare bene le parole. E’ davvero
bravo, anche nei dialoghi. I suoi libri sono completamente diversi l'uno
dall'altro. Ogni volta cambia trama e stile. E’ un po' eclettico, come i suoi
personaggi. In questo libro ironizza sull'artemoderna. I dogmi del
Cristianesimo non si può dire siano “massimalizzati”. Il
personaggio de “l'Interrotto”, che fa incursione nel romanzo, sarebbe il
bambino non nato, ma anche la voce narrante, quindi lo stesso Scarpa.Vi è un doppio
messaggio rappresentato dalla
descrizione di un neonato mai nato, in contrapposizione con la vita stessa che
viene narrata. Il romanzo parla di fallimenti sia in campo professionale
che umano. Il protagonista, nel mondo ambiguo dell’arte contemporanea, ha
problemi ad affermarsi. Morpio è un personaggio negativo. Non riconosce il
valore dell’opera altrui: se le opere degli artisti contemporanei che espongono
con lui sono state vendute, hanno il bollino rosso utilizzato per
contrassegnare la vendita, in fin dei conti significa che un valore ce l’hanno.
Tuttavia nell'arte contemporanea è tutto finto. Furio, incarna questa finzione,
essendo egli stesso un finto mecenate. Il rapporto di Federico con il padre si
esplicita nell’immagine del protagonista seduto davanti alla lavatrice in
funzione che, insieme al cane e allo stesso padre, del quale lui stesso si
prende cura, osservano il movimento del cestello e del suo contenuto.In
tutti i suoi libri lo scrittore finisce col parlare di Venezia. Qui ne descrive
la putredine, lo sporco.
Patrizia
: L'autore è coraggioso. Mi sono piaciuti i suoi riferimenti a Rembrandt e
Caravaggio. E' un uomo di grande cultura. Leggendo il libro ho pensato che in
effetti un cristiano che vorrebbe interpretare e vivere il cristianesimo
dovrebbe essere un po' sovversivo. Mi ha dato fastidio l’invidia di Morpio nei
confronti degli altri artisti. E’ evidente che sta attraversando un periodo
buio ma il personaggio non mi piace. Adele è alla ricerca di una conversione e
si trova davanti all’'illuminazione del geco.Il messaggio è che ogni cosa della
vita va apprezzata. Il “Non nato” ha nostalgia della vita che non avrà
mai. L’ “Interrotto” vive la concretezza
attraverso le parole e quindi tutto sommato una vita sua ce l’ha. Le parole
possono dar vita anche a qualcosa che non esiste.La figura
che mi è maggiormente piaciuta è il geco. Adele lo ha ammirato come un fenomeno della
natura. E all'intelligenza umana, che ha inventato il teflon, ha
riservato la medesima ammirazione. Entrambi i fenomeni sono delle meraviglie,
che avvicinano a Dio. La conversione infatti può nascere anche da situazioni
della quotidianità perché “lo spirito soffia dove vuole”.
Maura:
tutti quelli che hanno tentato di fare un cristianesimo massimalista sono stati
combattuti e sconfitti dalla chiesa.
Gianfranca:
nella descrizione della sua invidia si legano i sentimenti e i pensieri. La
nostra capacità di pensiero è strettamente legata alla quantità di parole che
conosciamo.
Cristina:
nel mondo dell’arte non fa successo chi è veramente bravo ma chi ha i soldi e
la capacità di farsi notare dagli intermediari. Morchio è negativo, ma forse
per come stanno le cose nel suo ambito professionale, anche arrabbiato. La
lavatrice è una metafora della sua incapacità di essere artista:” non sono
capace di concentrarmi, come la lavatrice che anziché unire i panni li
allontana”. Tutti i protagonisti di questo romanzo, sia gli artisti che i
Cristiani sovversivi, hanno un compito che è quello di rendere visibile ciò che
visibile non è. E in questo la parola ha un potere evocativo molto importante.
Marco:
concordo con voi: l’autore scrive davvero molto bene, con una scrittura colta.
I personaggi principali del romanzo sono un po'dei falliti. Il percorso di
conversione di Adele e Ottavio è lungo. Cercano
il cronovisore per sapere esattamente cosa aveva detto veramente Cristo e
com'era avvenuta la Resurrezione. Non ho trovato un filo unico conduttore fra
il gruppo dei cosiddetti artisti e la coppia Adele/Ottavio, sono due cose
separate. Forse questo filo è rappresentato dal “Non nato” che attraverso le
persone cerca di capire la vita che non ha.
Elena:
tutti i personaggi che nel libro rappresentano gli “artisti” hanno quella punta
di invidia che infastidisce. L'ho trovato un romanzo ostico, difficile, duro da
digerire. Le interruzioni con le parole del bambino non nato disturbanti, come
se mi togliessero da lì e mi portassero da un'altra parte.