"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

mercoledì 3 gennaio 2018

I tempi di Anika di Ivo Andric

"I tempi di Anika", pubblicato nel 1931, è ambientato in un oscuro villaggio bosniaco la cui tranquilla e monotona esistenza viene sconvolta da due eventi inquietanti, tra loro lontani nel tempo. L'improvvisa e inspiegabile follia di un prete, infatti, sembra richiamare quanto successo molti anni prima, ai "tempi di Anika". Ma chi è Anika? Anika è una donna misteriosa, imprevedibile e coraggiosa, capace di esercitare su chi le si avvicina una sorta di magia erotica, ma soprattutto ben determinata a non lasciare che nessuno si impadronisca del suo destino. Nella sua casa appartata, Anika riceve gli uomini e col suo corpo li incanta, concentrando su di sé i sogni, gli odi e i desideri del paese. Ma la sua scelta di vita non la porterà alla felicità. 

«In ogni donna c’è un diavolo che bisogna ammazzare o con il lavoro o con i parti o con tutte e due le cose»


G: Mi è piaciuto molto: lettura veloce e interessante. Il romanzo è imperniato sul senso di colpa e l'autore compie una descrizione minuziosa di stati d'animo. Il finale non l'ho compreso bene: non capisco perchè Anika ha chiamato suo fratello con l'intento di farsi uccidere.



C.: la caratteristica degli scrittori dell'area balcanica, come pure la Anildha Ibrahimi ci ha confermato, è di andare a recuperare le storie del proprio paese, spesso frutto della narrazione orale. Si arriva a parlare di Anika parlando di un tempo più vicino ma che richiama un passato lontano che, tramandato,  è divenuto leggenda.
Ivo Andric ha analizzato la convivenza di popoli di etnie e religioni diverse.


Ma.: Nel libro si narra di  popoli e vicende dove il tempo sembra si sia  bloccato, di convivenze tra varie etnie e religioni. In questo contesto Anika è l'elemento che scombina tutto, si sente diversa, non accettata  e ciò fa scattare nella sua mente un atteggiamento di sfida. Se fosse stata corrisposta da Mihajlo forse sarebbe  stata accettata dalla comunità. Tutti sapevano di questa specie di fidanzamento e, poiché il medesimo non è andato a buon fine, ha dato adito dapprima a maldicenze e in seguito all' isolamento di Anika. Ella voleva vendicarsi di Mihajlo per fargli capire fino a che punto il suo rifiuto l'aveva condotta.
L. :  l'idea che in quel tempo si aveva sulle donne è sintetizzata in questa frase:”o le uccidi di parto o di fatica”. Anika  da brutto anatroccolo qual'era crescendo diventa bellissima. Proviene da una situazione familiare particolare. Nonostante ciò intende conformarsi alla morale della società in cui vive e si apre alla conoscenza di  Mihajlo. Ma il rifiuto di questi alla sua proposta di incontro alla festa del paese da inizio a una serie di relazioni erotiche e la porta a cambiare atteggiamento nella vita e a prostituirsi. Anika intuisce il potere della sua bellezza, dell'erotismo e del carisma che esercita sui poteri politici e religiosi dei maschi. Arriva a definirsi addirittura il capo di tutti e ne dà una dimostrazione ammaliando finanche il governatore che si era recato da lei per cercare di risolvere la questione.

C.: Mihajlo non ha capito la grandezza di Anika perchè era abitato dal senso di colpa. Egli filtrava tutto attraverso gli occhiali neri del suo passato e in particolare dell'episodio in cui, suo malgrado, diventa complice dell'omicidio del marito della sua amante.

L.: In ogni modo, alla fine, i poteri costituiti si riappacificano sempre.

M.: Mi ha colpito il Pope Vujadin: mentre stava diventando pazzo e, rendendendosene conto, cerca di capire se quello che vede è vero o se si tratta solo di sue fantasie.

R.:  Mihajlo alla fine va per uccidere Anika ma è stato preceduto dal fratello.

M.: Non sono d'accordo, per me Mihajlo non voleva uccidere Anika, ma portarla via da quella vita.

C.: Mihajlo va per ucciderla perchè è condizionato nel giudizio di lei dal suo vissuto personale. Egli crede che Anika abbia scelto di fare la prostituta perchè era nella sua natura. Invece è fuori strada. Anika non è crudele e opportunista come la sua ex amante e in fondo sembra dispiaciuta per le sofferenze dei suoi spasimanti. E non è neppure una prostituta perchè si concede solo agli uomini che lei vuole.

P.: si evince la profondità antropologica dal disagio di questa gente.
 

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