Trama: Nella capitale di un paese non meglio
identificato tutta la popolazione vota scheda bianca alle elezioni. Al
secondo tentativo le schede bianche aumentano. Il governo sospetta una
cospirazione e mette sotto assedio la città, tutti gli organismi
istituzionali vengono trasferiti, la città viene abbandonata a se
stessa. In questa situazione, la gente sviluppa una solidarietà
spontanea e reinventa una nuova gestione delle cosa pubblica. Si cercano
i capi della cospirazione, viene individuata una donna, la stessa
protagonista di Cecità, sulle cui tracce viene inviato un agente
segreto. L'uomo si rende conto che la donna non ha alcuna colpa e che
serve solo da capro espiatorio, mentre tra loro si stabilisce un forte
legame. Il loro destino però è già segnato.
È regola invariabile del potere che, le teste, è sempre meglio tagliarle prima che comincino a pensare, dopo può essere troppo tardi.
È regola invariabile del potere che, le teste, è sempre meglio tagliarle prima che comincino a pensare, dopo può essere troppo tardi.
L. : la scelta si
confà a questo periodo pre-elettorale. Saramago ha un modo di scrivere particolare e si fa un po' fatica a seguire i dialoghi. Non
attribuisce i nomi alle persone ma li definisce con le cariche
occupate. Alcuni personaggi sono tratti dal suo romanzo Cecità. Il
colore che caratterizza entrambi romanzi è il bianco. I ciechi
vedevano tutto bianco, le schede in questa storia sono bianche e gli
elettori vengono chiamati i biancosi. Nella capitale di un
fantomatico stato l'85% della popolazione vota scheda bianca, che
significa: esercito il mio diritto al voto ma non scelgo. Tale scelta
provoca preoccupazione all’interno dei poteri costituiti, che la
ritengono frutto di un complotto con una precisa regia.
Saramago descrive le lotte interne del potere, il quale, per poter
sopravvivere, esige che le gerarchie vengano rispettate. I
governanti in disaccordo tra loro fanno fatica a prendere decisioni
repentine: ci sono voluti 4 giorni per decidere di inviare
i volantini dal cielo, e nell'attesa il tempo cambia e incomincia a piovere.
Saramago servendosi di questi episodi sbeffeggia il potere
costituito. I ministri dello sport e della cultura, guarda caso
quelli che solitamente sono quelli meno considerati, avevano le idee
più chiare di tutti. L'elettorato dei “non biancosi” dopo
l'attentato nella metropolitana decide di partire e uscire dalla
capitale. Inizialmente i ministri sono contenti di questa scelta.
Ma quando il primo ministro ipotizza che fra questi ci potrebbero
essere anche dei biancosi capaci di inquinare con le loro idee le
altre città, convincono i fuggitivi, facendo leva sulla paura, a
rientrare nelle loro case per evitare saccheggiamenti. In realtà
nessuna devastazione stava accadendo e i biancosi stessi in tutta
tranquillità li aiutano a risistemare le loro cose. Il potere deve
trovare un capro espiatorio e non si mette mai in discussione.
F. : mi è piaciuto
molto. Meno lo stile della scrittura, anche per il fatto che le
persone non abbiano un nome proprio e perché si può pensare che
tutto quanto narrato sia accaduto ovunque. Non mi aspettavo che il
governo abbandonasse la capitale. Pensavo che i cittadini si
sarebbero organizzati da soli. Mi ha molto colpito l'arroganza e la
caparbietà del governo per il quale la colpa è dei cittadini.
O. : il governo è
cattivo, non riconosce mai le proprie colpe, e le scarica sul popolo
che accetta tutto passivamente.
L. F.: per mantenere
una coerenza alla storia è giusto così. Avrei evitato di metterci
l'attentato in metropolitana. Molte stragi sono state create a
tavolino.
M.T.: La prima parte è
molto pesante: le modalità della scrittura richiamano lo stile
proprio della burocrazia. A differenza di quanto il titolo
potrebbe indurre a pensare la storia racconta della mancanza di
lucidità da parte dei politici, i quali parlano di democrazia ma in
realtà prendono decisioni unilaterali e autoritarie. Chiudendo la
città in un ghetto i politici pensavano sarebbe accaduto il caos ed
il popolo, pentito, avrebbe chiesto il loro intervento. Invece la
vita nella cittadina continuava a svolgersi in modo ordinato.
Emblematiche le figure dei tre poliziotti che partono per una
missione pensando che i loro capi abbiano delle idee mentre invece si
accorgono di essere mandati allo sbaraglio., E’ interessante anche
il fatto che i tre quarti dei giornalisti sono al seguito del
potere.
C.: esiste una
contrapposizione fra cecità e lucidità. In realtà la cecità
riguarda non solo la perdita fisica della vista ma anche la cecità
mentale. La cecità vera è quella del potere e la lucidità è
quella del popolo. Il popolo nella scelta di votare scheda bianca,
ma non solo, non è stato diretto da nessuno. Si è trattato di un
comune sentire, che ha mosso tutti all’unisono, senza accordi e
consultazioni reciproche. Questo comportamento deriva forse dalla
consapevolezza dell'essere stati ciechi e di non aver dimenticato la
drammatica esperienza vissuta, che il potere altresì cercava di
cancellare. La memoria della tragedia ha consentito al popolo di
avere delle prospettive comuni e delle regole che nascono
spontaneamente e che vengono seguite per necessità e senza obblighi
di sorta. E' bella la figura del sindaco, perchè è restato comunque
vicino alla sua gente.
M. F. : da l'idea
della sceneggiatura di un film.
P.: sembra che
Saramago voglia farti diventare attivo, entrare nel gioco. Le figure
femminili sono sempre belle in entrambe i romanzi.
C. : il modo di
scrivere, con periodi molto lunghi senza punteggiatura o con
punteggiatura messa in modo casuale, mi ha richiamato un’esperienza
vissuta in ambito musicale con l’ascolto del il jazz . All’inizio
facevo fatica poi a forza di ascoltarlo mi sono resa conto di
cominciare a comprenderlo e ad apprezzarlo. Il libro è permeato
comunque da una sottile ironia.
G.: non sono
riuscita a leggere più di 70 pagine. Mi ha fatto pensare che la
democrazia permette di comandare solo a chi deve comandare. Mi ha
ricordato il “Grande Fratello” del romanzo di Orwell. I politici
preparano i loro trabocchetti ma i cittadini non ci cascano perchè
sono più evoluti.
M.
R.: ricompare la donna, la moglie del medico, protagonista di Cecità:
poiché era l'unica ad avere conservato la vista, conducendo alla
salvezza un gruppo di sette persone, e avendo anche compiuto un
omicidio, su di lei cadono i maggiori sospetti del complotto.
Sottoposta alla macchina della verità, per dimostrare che il
risultato non è attendibile, riesce a convincere il militare a
sottoporsi anch'egli a tale test. Il primo ministro che ha preso su
di se le funzioni di quasi tutti gli altri ministri introduce un
regime totalitario.
M.:
Egli deve trovare un colpevole qualsiasi esso sia. Per questo
istituisce un pool di persone, tra cui appunto il commissario, per
condurre indagini sui sopravvissuti alla cecità, i quali comprendo
l'assenza di responsabilità di questi ultimi, diventano invece
solidali con loro. Il commissario, la moglie del medico e anche il
suo cane (il famoso cane delle lacrime) verranno tutti uccisi
dall'uomo con la cravatta blu a pallini bianchi, emissario del
potere.
G. : c'è una
bella frase del commissario tratta da un libro di cui non ricordo il titolo: “nasciamo, e in quel momento è come se firmassimo un
patto per tutta la vita, ma può arrivare il giorno in cui ci
domandiamo Chi l'ha firmato per me, Veramente, sono belle parole, che
fanno pensare”.
P. : ho trovato ostico il linguaggio utilizzato. L’ambientazione mi è parsa la scenografia
di un teatro, scarna senza descrizioni, con una scrivania che poteva
andar bene per diverse scene. Esiste continuamente una dicotomia fra
il braccio e la mente. Ho colto lo scollamento fra la mente pensante
e chi ha eseguito.
M. F.: il contrario di
democrazia è autoritarismo. Accettare la situazione così
passivamente non è confacente ad una cittadinanza sana.
L. : la retorica del
potere descritta in questo libro è eccezionale.
C.: mi ha
ricordato, pur con le dovute differenze, il libro di Calvino “La
giornata di uno scrutatore”.
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