"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

mercoledì 25 marzo 2009

"L' amante" e "L'amante della Cina del Nord" di Marguerite Duras

Trama: La piccola quindicenne figlia di coloni sfortunati dell’Indocina francese con la sua relazione inopportuna non fa più vergognare la madre, né la povertà – fatta anche di felici miserie e di dignità nascoste – turba più gli equilibri della comunità “bianca” che sopporta lo scandalo per pietà verso una famiglia ormai rovinata per sempre.Nella prima stesura di questa vicenda personale e ormai lontana nel tempo, l’Autrice, sopraffatta dal cumulo dei ricordi, narra gli eventi incollando istantanee di passato più e meno remoto in un metaforico album: il rapporto con la madre e la sua evoluzione fino alla morte di questa donna “pazza” eppure amatissima; quello complicato con i due fratelli: il maggiore, violento e profittatore per tutta la propria esistenza, odiato con indifferente remissività eppure parte di un sangue impossibile da disconoscere; e il minore, fragile e incompreso, sopraffatto da tutto e da tutti e perciò amato teneramente dalla scrittrice che tuttavia non potrà salvarlo da se stesso e dalla vita.
E poi l’amante, il giovane cinese ricco dal futuro già confezionato su misura secondo tradizioni immutabili. Quella che nel secondo romanzo sarà chiamata “la bambina” con un occhio di indulgente tenerezza, qui è l’io narrante dell’Autrice che spesso in prima persona ripercorre le tappe di un amore impossibile per la differenza di età, di razza, di ceto sociale, di mentalità.
Piccola donna segnata dalle disgrazie di una famiglia dagli equilibri instabili, la protagonista accetta l’iniziazione all’amore per curiosità famelica nei confronti di una vita incomprensibile, scoprendo nel giovane cinese innamorato di lei una dimensione del sentimento assolutamente nuova, difficile da confrontare con gli affetti fino a quel momento vissuti. Nel successivo romanzo questo sentimento sarà ricordato come un amore bruciante, una passione assoluta e travolgente, qui la Duras è forse più sincera anche se meno gentile con se stessa, osa ammettere che probabilmente quello era davvero amore solo quando ricorda con quale lucidità straordinaria la piccola “bianca” povera rinuncia per sempre a un futuro accanto all’uomo amato, inducendolo ad obbedire al padre, apertamente ostile verso i programmi del figlio, e seguendo la propria famiglia nel triste ritorno in Patria.

Citazione: "il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi della condizione in cui si è".

Il Confronto:

M.S.: Il Cinese l'ha amata moltissimo, tant'è che va dal padre implorandolo di farla rimanere ancora un anno. A Parigi, molti anni più tardi, quando lui le telefona dice: "io ti ho sempre amata" lei, indecisa, pensa:"forse l'ho amato anch'io". La ragazzina, così viene chiamata in tutto il libro, è sempre molto eccessiva, propensa al piacere della carne. Anche Hèlen Lagonelle, che vive con lei nel pensionato statale a Saigon, nuda le provoca desideri sessuali. Così come con il fratello piccolo l'amore non è puro.
Mi meraviglia molto che la colonia in cui essi vivono, quando sono diventati poveri, li eviti e non offra loro solidarietà.
Mi ha colpita il dolore, il dispiacere che la ragazza ha dato alla madre frequentando il cinese, della quale ella dice che: "è viva ma morta dentro". La madre chiamava "figlio" solo il primogenito, che è stato, pur avendola fatta soffrire, il più amato. Mi ha disturbata il suo mercanteggiare il prezzo della figlia, l'attribuire un valore in denaro ad una  ragazzina.

P.: "La protagonista è una persona che non ha vissuto l'infanzia e quindi vive questa fisicità da grande. L'amante, il Cinese, è decadente, squallido. Ho fatto fatica a leggerlo. La storia non mi ha coinvolto più di tanto, ho avuto la sensazione che la scrittrice provasse gusto ad essere così cruda. I personaggi mi hanno suscitato molta antipatia, soprattutto la madre per la quale non provo indulgenza.  Non credo che tutto si debba giustificare con la povertà. La Duras ha una scrittura molto originale. Il secondo libro è in effetti una sceneggiatura."

R.:Il film omonimo era molto corrispondente al libro, del quale mi è piaciuto lo stile. Le descrizioni sono molto belle. Il filo conduttore è la decadenza sia della famiglia che del periodo. La Bambina  porta con sè una problematicità, anche di ordine morale. Il sentirsi un po' abbandonata la spinge a reagire a questo modo.

M. C.: la lettura di questo libro non mi ha dato niente.  E' una stesura molto moderna: un parlare del problema "intorno al proprio ombelico". Ho odiato il modo in cui i francesi considerano gli indigeni: il cinese, pur essendo molto ricco, lo trattano come un paria. Un libro sterile.

C: Io ritengo il libro il contrario di sterile. La scrittrice ha esternato il suo vissuto, l'ha presentato agli altri sensa nessun pudore e senza nessuna remora. La Bambina non era nelle condizioni di capire se amava o meno il Cinese. Manteneva una linea di difesa nei confronti di tutto e quindi anche dei sentiment che le ha permesso di vivere. La ragazzina ha messo in atto alcuni meccanismi per non essere schiacciata, come invece è successo al fratello piccolo, dalla sua condizione. Si è concessa l'esperienza carnale perchè oggettiva, il corpo è una realtà vissuta come esterna da sè. Invece è fuggita da tutto ciò che poteva coinvolgerla nell'intimo. Non ha il senso del pudore, è anticonformista e non  fa alcuna discriminazione di razza. E' molto umana ma la conseguenza è una sofferenza che viene offerta,  senza autocompassione.



L.F.: Il libro non mi è dispiaciuto. Rappresenta il tentativo di "buttare fuori" tutto il vissuto per trovare un po' di pace,  un po' di serenità. Ho riscontrato la presenza di questo istinto,  a volte animalesco. Lei inizia la sua ribellione quando guarda il cinese perla prima volta: lo fa per rompere con la famiglia: la madre è un po' pazza e con  il fratello ha un rapporto contrastante.  I termini che usa per definirlo sono molto forti, per esmpio"assassino". Incomincia la storia con il cinese per curiosità, però, secondo me, successivamente questo sentimento acquista una dimensione che nemmeno lei si aspettava. Sono due esseri soli che si trovano, due frustrati che quando stanno insieme si capiscono. Il sentimento del cinese è più comprensibile perchè lui l'ama. Nonostante tutto, senza mai dichiararlo,  anche lei lo ha amato, si è sentita compresa, accettata.


A. T. : Ho fatto fatica a leggerlo: per me è una lettura negativa. Mi è sembrato di essere in ascolto di una persona che ti racconta tutti i suoi malanni e tutte le sue disgrazie. Il concetto della morte che è presente mi da fastidio, ti lascia l'amaro. E' un libro squallido.

C.: Non sono d'accordo. E' un libro struggente che talvolta mi ha commossa.

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