Da IBS: La devozione verso tutti i figli, al di là dei legami di sangue: è il
senso dell'elefante, codice inscritto in uno dei mammiferi più
controversi, e amuleto di una storia che comincia in un condominio di
Milano. Pietro è il nuovo portinaio, ha lasciato all'improvviso la sua
Rimini per affrontare un destino chiuso tra le mura del palazzo su cui
sta vegliando. Era prete fino a poco tempo prima, ora è custode
taciturno di chiavi e appartamenti, segnato da un rapporto enigmatico
con uno dei condomini, il dottor Martini, un giovane medico che vive con
moglie e figlia al secondo piano. Perché Pietro entra in casa di
Martini quando non c'è? Perché lo segue fino a condividere con lui una
verità inconfessabile? Il segreto che li unisce scava nel significato
dei rapporti affettivi, veri protagonisti di un intreccio che si svela a
poco a poco, arrivando all'origine di tutto: una ragazza conosciuta da
Pietro quando era un sacerdote senza Dio, in una Rimini dura e poetica, a
tratti felliniana. Qui inizia questa storia che accompagna i suoi
personaggi nella ricerca di un antidoto alla solitudine dei nostri
tempi, verso una libertà di scelta, e di sacrificio. In questo romanzo
Marco Missiroli va al cuore della sua narrativa, raccontando il sottile
confine tra l'amore e il tradimento, il conflitto con la fede e la
dedizione verso l'altro. A partire da una semplice, terribile domanda: a
che cosa siamo disposti a rinunciare per proteggere i nostri legami?
Il confronto:
Il confronto:
M. F. : mi ha un po' sconcertato. E’ molto intrecciato e il senso misterioso resta tale almeno fino a metà libro. E’ la storia di un prete Pietro che fa il
portinaio. Viene affrontata la tematica dell'eutanasia praticata dal Dottor Martini, che si copre essere il figlio di Pietro. Mi è sembra che manca la definizione finale dei personaggi. Il medico
si vede attraverso gli occhi del padre, ma alla fine le motivazioni
profonde che lo spingono a praticare l'eutanasia non vengono descritte.
Mi aspettavo che Pietro avesse un punto di vista più
positivo.
Pietro ha fatto come l'elefante, si è proposto non solo come
padre di Luca ma di tutti.
Non si è comportato con Luca, come Celeste gli aveva scritto di fare.
L.F. : il dottor Martini esercita l'eutanasia solo con persone consapevoli. Non vorrebbe esercitarla sul benzinaio perchè non ne ha bisogno e solo dopo varie riflessioni aderisce alla sua richiesta.
Tratta l'eutanasia in maniera giusta. Nel romanzo c'è una solitudine incredibile,
tutti hanno perso qualcosa. Il prete ha perso Celeste e vorrebbe recuperare il
figlio. La vedova dopo la morte del marito è asfissiante con il figlio. L'avvocato è il personaggio che mi è piaciuto maggiormente. La bravura di Pietro sta nel dare fiducia alle
persone, per riaccendere le loro speranze. Il gatto, con nome e cognome, aveva una sua
personalità. Il finale lascia un
senso di amarezza.
P.B.: mi è piaciuto molto questo concetto: “la gente si
lascia perchè a un certo punto decide di provare qualcun altro”. “E' l'amore
minimo”. “ E quale sarebbe l'amore massimo?” chiede Riccardo al prete.“Difendere l'amore per una sola persona”.
Ho trovato alcuni passaggi slegati stilisticamente.
La figura della strega è molto particolare.
Bella l'idea dell'eutanasia, ma peccato non sia riuscito a svilupparla
meglio.
R.R. : c'è tanta roba ma nessun concetto sviscerato.
C.D. : c'è la nebbia di Rimini e la nebbia di Milano. Mi ha
dato l'impressione di qualcosa che dovesse essere sviluppato maggiormente, che è restato appunto avvolto in queste nebbie. I
personaggi di questo condominio avrebbero dovuto essere più sviscerati. L'avvocato omosessuale Poppi
fa tenerezza. Egli è riuscito a mettere in atto ciò che voleva raggiungere: la morte come
cessazione della sofferenza. Lo scrittore ha pescato i suoi personaggi anche nel mondo animale:
l'elefante, il gatto etc.e questomi è piaciuto molto.
F.F. : è comunque un bravo scrittore.
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