Trama (da IBS): Alla vigilia della Grande guerra, Anton
Hofmiller, ufficiale dell'esercito austro-ungarico, conosce Edith,
figlia di un ricco aristocratico ungherese. La ragazza, affetta da
paralisi, provoca in Anton un ambiguo senso di pietà che lo spinge a
farle visita quasi tutti i giorni. Scambiando questo sentimento per
amore, Edith, aiutata dal potere persuasivo del padre, convince Anton a
chiederla in sposa. Pentito, ma schiacciato dal senso di colpa, il
protagonista scivola in comportamenti sempre più incoerenti, mentre sul
loro destino si profila l'ombra della tragedia. Stefan Zweig compose
questo suo primo romanzo tra il 1936 e il 1938, anni cruciali di cui la
storia fatale e drammatica tra Anton e Edith rispecchia, come in una
profezia, il tumultuoso e inarrestabile crescendo europeo, la rovina
dell'intelligenza e dei sentimenti che in poco tempo avrebbe travolto
l'intero continente.
Il confronto:
Il confronto:
E. : Non mi è piaciuto, ma
non sono riuscita a finire di leggerlo, anche per mancanza di tempo.
O. : Mi mancano ancora
un centinaio di pagine. Peccato che in copertina ci sia già scritto il
finale.
M. : E' un libro molto
triste, anche per l'argomento che tratta: la compassione. Non è facile approcciarsi ad un tema del genere.
Tutto nasce da un equivoco. Le persone frequentavano feste in una storica dimora perchè invitate dal proprietario, un ricco faccendiere che desiderava distrarre Edith, la
povera figlia paralitica. Il sottotenente Anton Hofmiller
è un ingenuo, che diventa assiduo frequentatore della casa dei Kekesfalva
: non capisce che la
ragazza si sta innamorando di lui (è l'unico a non capire). Si rivolge al
medico di Edith per un consiglio e questi, che a sua volta ha sacrificato la
sua vita sposando una sua paziente cieca, chiede a questo ragazzo di farsi carico di Edith. Per Anton questa richiesta è un pò troppo onerosa: non ama Edith e non vorrebbe assumersi il peso di tale situazione. Mi ha
colpito il fatto che ci sono due vite rovinate: la ragazza che si è uccisa ed
il tenente, vittima lui stesso, poichè ha vissuto il resto dei suoi giorni con il rimorso.
“Nessuna colpa è dimenticata
finchè sopravvive alla coscienza”.
L.: Secondo me Anton
si è comportato bene. Si è solo lasciato prendere la mano dalla compassione. In
battaglia ha cercato la
punizione. Ci sono delle pagine bellissime sul rapporto fra uomo e donna e le dinamiche dei sentimenti. Quando una donna si sottrae a una
passione indesiderata, ubbidisce in fondo ad una legge del suo sesso. Mentre
quando la donna ha confessato la propria debolezza, i propri sentimenti ad un
uomo, è inutile per lui tentare di sottrarsi con discrezione, tutte le parole
di scuse diventano assurde, ogni diniego dell'uomo si muta in crudeltà. A me risultava interessante la cugina: pensavo
che Anton avrebbe avuto una storia con lei. Edith, la paraplegica, è un'adolescente
isterica e viziata. Il tema centrale è comunque l'amore. E' meglio amare senza
essere amati o essere amati senza volerlo?
G.: Questo libro ruota
intorno ad un perno: la
compassione. Gli ingranaggi di Edith e del tenente Anton
vanno a 2 velocità. Già dalle prime visite capisce che qualcosa non quadra con la ragazza. Anton ha
iniziato a non piacermi più quando ha accettato il regalo dal padre. L'unico
responsabile per il suicidio di Edith è Anton, poiché si è comportato molto
superficialmente. La bellezza di questo libro è la tecnica narrativa avvincente.
M. : Anton essendo un militare,
aveva un forte senso dell'onore e del dovere e si sentiva in obbligo di
rimediare alla gaffe iniziale con Edith, quando, non essedosi accorto del suo stato di infermità, l'ha invitata a ballare. In seguito con il suo comportamento non ha fatto altro che peggiorare le cose.
Avrebbe potuto farsi perdonare inviando dei fiori e poi sparire. Ad un certo
punto Anton sembra intenzionato a sposare Edith, per un attimo ha avuto un trasporto
verso questa soluzione, che lo fa sentire necessario. Il potere che sente di avere di cambiare la vita degli altri, di farli felici, lo fa stare bene.
L.: Anton non è un
personaggio che ispira simpatia. E' un insicuro che cambia continuamente idea. E'
bella l'analisi dei sentimenti, degli stati d'animo. Anton è perennemente in
conflitto con se stesso, è una persona immatura, non è capace di decidere una
cosa e di mantenerla, si lascia continuamente condizionare. Sin da bambino è
stato educato soprattutto ad obbedire. La storia è raccontata molto bene, scava
nell'animo delle persone. I ritmi sono quelli della sua epoca, il '900. La narrazione è in prima persona e segue i flussi di coscienza propri della psicoanalisi. Ricorda un pò "La coscienza di Zeno".
M.: Il padre di Edith è un
ebreo. E’ abituato ad imbrogliare le carte e lo sa fare bene. Infatti circuisce
il tenente che in quella casa porta un raggio di sole. Tutti si appoggiano ad Anton per scongiurare le crisi isteriche di Edith. Anton ingenuamente si sente
gratificato e ne è felice. Molto significativa è la storia del jiin.
F.: Tutti si appoggiavano ad
Anton e lui ne era compiaciuto. Capiva di essere entrato in un giro
dal quale non sarebbe più uscito.
D.: Il libro mi è piaciuto
molto. Anton è molto indeciso e purtroppo le peggiori azioni accadono non per
cattiveria ma per debolezza. Edith non è piccola, è solo indifesa. Anton è
condizionato dall'esterno. Bella la figura del dottore e la frase che pronuncia: "la
malattia (di cui è affetta Edith) non è incurabile, non può essere curata ora”.
C. : Ad Anton non si possono
attribuire delle colpe. Non si può neppure considerare un ingenuo. Ha fatto quel che era in grado di fare, per le capacità che aveva, data l'età e l'educazione ricevuta. Non ha deliberatamente fatto del male, si è trovato costretto a compiere delle scelte. Era incline allo spavento e ad
ingigantire ogni problema. Sicuramente Anton non ha una forte personalità. Ma il
comportamento di Edith non è stato molto edificante. Si è approfittata
della sensibilità del tenente e ha ricattato tutti con la sua malattia. Mi ha ricordato Fosca di Tarchetti. Alla fine, per i sensi di colpa Anton ha sacrificato comunque la sua vita, l'ha messa a repentaglio in guerra e non ha attribuito molto valore ai riconoscimenti che gli sono stati conferiti per il suo eroismo. E' giusto sacrificare la propria vita per qualcun'altro? Lo fa il medico e per certi versi anche il non ancora nobile Keskesvalva, quando circuisce la serva, erede di una fortuna. Egli si innamora della sua ingenuità e del suo candore e le chiede di sposarla. Sarà un matrimonio felice.
E. : Mi è piaciuto, è stata
una lettura impegnativa. In un certo senso l'ho trovato molto attuale. Bella la figura del dottor
Condor. Il suo modo di analizzare le persone, di psicanalizzarle costituiva per i pazienti una
sorta di medicina alternativa. Anton è
sia vittima che carnefice. La
formazione del suo carattere è stata molto carente. Anton aveva bisogno di una
famiglia, di un ambiente diverso dalla caserma e Edith e la sua famiglia avevano bisogno di aria
fresca. Tutti i protagonisti di questo
dramma in fin dei conti si sono usati.
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