La passeggiata (1919) è uno dei testi più perfetti di Walser, il
grande scrittore svizzero che ormai, soprattutto dopo la pubblicazione
delle sue opere complete, viene posto accanto a Kafka, a Rilke, a Musil –
ammesso cioè fra i massimi autori di lingua tedesca del nostro secolo.
Ma La passeggiata ha anche un significato peculiare in rapporto a
tutta l’opera di Walser: è in certo modo la metafora della sua
scrittura nomade, perpetuamente dissociata e abbandonata agli incontri
più incongrui, casuali e sorprendenti, come lo è appunto ogni accanito
passeggiatore – e tale Walser era –, che abbraccia amorosamente ogni
particolare del circostante e insieme lo osserva da una invalicabile
distanza, quella del solitario, estraneo a ogni rapporto funzionale col
mondo. In un décor di piccola città svizzera, e della campagna
che la circonda, il passeggiatore Walser ci guida, con la sua disperata
ironia, in un labirinto della mente, abitato da figure disparate, dalle
più amabili alle più inquietanti. Da Eichendorff a Mahler, il
vagabondaggio è stato un archetipo ricchissimo della più radicale
letteratura moderna. Tutta quella grande tradizione sembra condensarsi,
quasi clandestinamente, nella Passeggiata di Walser, a cui lo
scrittore ci invita col suo irresistibile tono: «Lei non crederà
assolutamente possibile che in una placida passeggiata del genere io
m’imbatta in giganti, abbia l’onore d’incontrare professori, visiti di
passata librai e funzionari di banca, discorra con cantanti e con
attrici, pranzi con signore intellettuali, vada per boschi, imposti
lettere pericolose e mi azzuffi fieramente con sarti perfidi e ironici.
Eppure ciò può avvenire, e io credo che in realtà sia avvenuto».
Il confronto
Gabriella : Mi è piaciuto molto. Il discorso che fa
all'agente delle tasse per spiegargli che è povero in canna è molto simpatico.
Anche la lettera che ha scritto è molto forte. I termini sono vetusti ma i temi
sono moderni.
Maura: l’autore è riuscito ad incantarci partendo da un
evento semplice come una passeggiata. Mi ha colpito la frase: “Le persone che
sono sempre alla ricerca del nuovo sono come i bambini e mancano di
intelletto”. In tutto il racconto il tono del protagonista è allegro ma alla
fine diventa malinconico. All'inizio pensavo fosse un dandy ma poi continuando
nella lettura ho capito che non lo era e il personaggio mi è piaciuto.
Roberta: Mi ha toccato il modo in cui si meraviglia. Ogni
volta il protagonista si sorprende davanti a cose comuni., che ha già
incontrato. I suoi occhi sono curiosi come quelli di un bambino.
Maddalena: durante il suo percorso trova sempre qualcosa di
nuovo, anche nel bosco. Alcune cose in particolare lo colpiscono: ad es. quel
signorotto che passa e non vede i bambini poveri che hanno fame. Si innamora di quel che vede ed è descritto
tutto molto bene. Anche nella vita lo scrittore era un personaggio strano,
dichiarato schizofrenico. E’ solo ma rimpiange un po ' la ragazza, che non
esponendosi e non dicendole che l'amava, non ha saputo trattenere.
Marco: è un bel racconto a volte ironico. Il linguaggio è
molto formale quasi burocratico. Il mondo in cui si muove è molto gioioso e in
esso attinge le ispirazioni per la sua scrittura. .
Patrizia : il racconto è molto complesso. Ci sono vari piani
di lettura a volte oggettivi, a volte
rispondenti alla fantasia del protagonista. Il fluire dei suoi pensieri, a
volte interagisce con la realtà , e crea nel lettore l'aspettativa. L’episodio
dell’incontro con il sarto fa divertire.
Esiste anche un aspetto sociale inerente alla sua professione: il
protagonista si sente a disagio con chi
lavora perchè in quanto scrittore viene considerato un nulla facente e si trova
costretto a giustificarsi
Cristina: è molto attuale. Per esempio la tematica dell’essere
e dell’apparire è ricorrente ed è un elemento che caratterizza la nostra
epoca. Nel racconto viene rappresentata
per esempio dal disappunto del protagonista per l'insegna troppo vistosa e
inappropriata del fornaio, appariscente ma non rispondente alla concretezza e
alla sobrietà del prodotto che viene venduto: il pane appunto. E' molto
poetico. La passeggiata sembra il dipanarsi del racconto di una vita:
dall'ingresso nel mondo, al vivere esperienze spesso entusiasmanti fino alla
conclusione, in cui parla proprio della morte. La narrazione procede come
l’evoluzione della giornata: dalla luce del mattino all'imbrunire. E’ la
metafora della vita. In una passeggiata ha vissuto emozioni e pensieri che si
ripropongono come un surrogato di quel che un essere umano può vivere e provare
nella propria esistenza: l'estasi, la tristezza, etc...
Gianfranca : L’autore è stato dichiarato schizofrenico. Il
repentino cambio di umore del protagonista è proprio sintomatico di questo
genere di patologia. Le sue riflessioni sono tutte proponibili nel nostro tempo.
Marta : l'ho letto abbastanza in fretta: è carino ma niente
di che. Devi però essere sempre concentrata nella lettura, non ti consente
distrazioni.
Chiara :il parallelismo fra l'apparenza e l'inganno
è una tematica davvero molto attuale.