"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

mercoledì 18 febbraio 2009

L' edera di Grazia Deledda



Trama: La vicenda del romanzo si svolge in un paese della Sardegna all’inizio del XX secolo. Lo sfondo della narrazione è il decadimento tanto della nobiltà sarda quanto quello economico del posto. In primo piano viene descritta la drammatica situazione economica di una famiglia aristocratica di campagna, i Decherchi. La famiglia, in origine ricca, possiede ancora alcuni poderi ma ha diversi debiti. Per sbarcare il lunario, i Decherchi sono costretti a tenere in casa ziu Zua, un lontano parente ricco, vecchio e malato. Quest'ultimo paga alla famiglia un contributo in cambio delle cure di cui ha bisogno. Ziu Zua si lamenta in continuazione di tutti membri della famiglia: le sue proteste prendono di mira soprattutto Annesa, la giovane protagonista del romanzo. È principalmente lei a prendersi cura del malato, che poco a poco diventa insopportabile. Ormai, in famiglia tutti sperano nella morte del vecchio. Nel corso del romanzo si delineano anche i contorni dell'amore tra Annesa e Paulu, uno dei componenti della famiglia Decherchi. Le loro vicende si intrecciano sullo sfondo di una situazione familiare assai complessa.

Citazioni:" lascia passare trenta giorni per un mese".

Il Confronto:

"Una bella novella nella quale viene focalizzato uno scorcio di Sardegna. La vicenda si svolge in un luogo isolato dal resto del mondo (non c'è alcun legame storico-sociale). Il romanzo è triste, decadente, molto fatalista. I personaggi sono già segnati dal destino e ognuno percorre inesorabilmente il cammino già tracciato al quale è impossibile sfuggire. Un delitto inutile, il messaggio è: "mai l'iniziativa umana è in grado di contrastare la volontà del destino; nè la ragione può presumere di penetrarne la legge". Anche la natura è triste, severa: lo spettacolo delle albe, dei tramonti, dei boschi, delle vallate non ti infonde gioia ma angoscia e timore. Paulo debole, vigliacco, incapace, rispecchia la decadenza dei ricchi proprietari terrieri che hanno ormai fatto il loro tempo e non sanno rinnovarsi ma si piegano su se stessi e muoiono. Annesa, piena di amore e di riconoscenza, con un gran bisogno di essere amata, si aggrappa come l'edera alla famiglia che la ospita per la quale arriva fino al delitto. Si è autopunita allontanandosi dall'amante e dai suoi benefattori. Per l'espiazione completa accetta di ritornare e sposare Paulo che è nuovamente ridotto ad una larva ed in rovina".


"Un libro a lieto fine ma dal sapore amaro. Annesa è una figura ben riuscita: è orfana, intelligente, fidata e serva devota, amante appassionata, fredda assassina, poi pentita e, infine, anziana rassegnata ad espiare la sua colpa. E' il vero pilastro della famiglia, però il suo vivere in funzione degli altri ha suscitato in me un sentimento quasi di rabbia. E' sottoposta a continui capricci del destino, il quale, per un certo periodo le regala un buon livello di vita per poi farla ricadere nell'abisso e nella miseria. La vita del paese e le regole della società avvicinano il romanzo alla corrente del verismo. Queste passioni contrastanti, il sacrificio di un innocente, l'ossessione della colpa e del rimorso, mi fanno pensare a "Delitto e Castigo" di Dostoevskij".

"E' un romanzo estremamente realista. Il verismo io l'ho colto nella cattiveria della gente, che è così da sempre e nello sfacelo sia da un punto di vista economico che genetico della famiglia".

"Ricorda il romanzo "I vecchi e i giovani" di Pirandello, che è la storia della catastrofe di una famiglia e di una generazione. Mi tocca molto da vicino perchè ho vissuto la stessa esperienza nella mia famiglia: quando i fratelli si sono divisi l'eredità tutto è andato a catafascio".

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