"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

martedì 20 dicembre 2016

Sender Prager di Israel J. Singer





Trama: Sono tutte in lacrime, le cameriere ebree del Praga, alla vigilia delle nozze del padrone: certo, hanno sempre saputo che lui andava a letto con tutte, «eppure ognuna era convinta in cuor suo che con lei si sarebbe comportato in modo diverso». Ora, però, che nell'annuncio affisso in vetrina c'è scritto, nero su bianco, che «in onore del felice e fortunato matrimonio del proprietario di questo ristorante, Sender Prager, con la sua fidanzata, Edye Barenboim» i poveri del quartiere riceveranno un piatto di crauti e salsicce, hanno perso ogni speranza. Si è fidanzato all'improvviso, perché all'improvviso, a quarantaquattro anni, ha avuto paura della vecchiaia e della solitudine. Così, lui che delle donne non si è mai fidato, si è lasciato indurre a sposare quella ragazza che ha la metà dei suoianni e lo guarda. «Dio del cielo,» implorano le cameriere «fagli pagare la nostra umiliazione».

Il confronto

M.S.: Secondo me in questo libro si narra della rivincita delle donne nei confronti dell'uomo, il protagonista è un po' mascalzoncello. Ognuna delle cameriere credeva di essere la preferita anche se lui le trattava tutte male. Nonostante tutto alla fine mi è spiaciuto che lui abbia sofferto così.

P.B.: Io l'ho letto velocemente. Mi ha un po' infastidita, ma al contempo mi fatto riflettere, che è quello che mi piace dei libri. Non vedo nessuna rivincita da parte delle donne, anzi, io credo che nel libro vengano trattate in modo superficiale, come se fossero tutte poco di buono e ciò mi ha indotto a pensare come sarebbe stato questo racconto, in un’epoca così maschilista, se lo avesse scritto una delle servette. La fine di Sender mi è parsa molto triste: avrebbe anche potuto accettare il fatto che la moglie non fosse vergine, dal momento che non ci viene nemmeno detto con chi è successo. In fin dei conti la ragazza, sua moglie, per lui non contava nulla. Ed è stata l’umiliazione che ha subìto a farlo diventare una vittima.

L.F.: Facciamo una premessa: l'intelligenza di questi scrittori ebrei sta nel forte senso dello humor, anche nei confronti di se stessi. La loro religione gli impone delle leggi molto severe e nonostante ciò riescono a riderne ed a prendersi in giro. Secondo me Sender, un donnaiolo ambìto per le sue facoltà economiche, non ha sofferto per niente della situazione. Egli viene spinto dal rabbino a sposarsi facendo leva sul fatto che non aveva un erede a cui lasciare i suoi beni e che nessuno lo avrebbe ricordato nel giorno dei morti.  Prima del matrimonio, pur non essendo bello, anzi, era molto brutto e robusto, aveva molte donne. Viene indotto a sposare una donna che credeva vergine quando in realtà non lo era e per lui è stato un grande smacco. Inoltre, la sera prima della cerimonia, aveva dovuto confrontarsi con la famiglia della sposa, la quale lo aveva trattato con sufficienza perché, contrariamente a lui, erano tutte persone istruite. Quando la sera delle nozze l’uomo scopre che la ragazza non è pura, si sente fregato, ma non la ripudia per paura del ridicolo e di perdere la sua immagine sociale. Incomincia  a bere ed a trascurarsi, così tanto che alla fine viene ricoverato e muore. Il cameriere assume il comando del ristorante del padrone e mette la moglie, che fa sua anche fisicamente, alla cassa.  L'umorismo è davvero graffiante.

M.T.: Prager si sentiva inferiore. Era stato umiliato dalla famiglia di lei perché ignorante. Nessuno ne esce bene, né gli uomini né le donne.

R. R.: Questo libro mi ha un po’ sconvolta. Lo scrittore fa una critica molto forte alla sua religione.

C.D.: Evidenziare l'aspetto esageratamente umano delle persone non vuol dire sminuirne la spiritualità. Viene descritta la difficoltà di essere coerenti e di seguire le regole religiose a causa delle nostre miserie umane. Non è solo umorismo, è una critica molto forte alla propria religione.

L. F.: Sono d'accordo con Patrizia: è un libro maschilista. Le donne non ne escono bene. Mi aspettavo un racconto diverso. All’inizio l’immagine che di Preger ci viene fornita è di un uomo buono,  che distribuisce il pranzo ai poveri. La paura di restare solo, di essere ignorato e dimenticato l'ha portato a sposarsi. Tuttavia la sua reazione alla constatazione che la sposa non è vergine l'ha distrutto.

G.M.: Mi è parso un libro abbastanza pessimista. Sembra che tutti debbano vendicarsi di qualcosa.

M. R.: Le donne che lavorano in cucina puntano tutte ad una sistemazione, ovvero a sposarsi con il padrone, scapolo, perché ognuna crede di essere la sua preferita. Scandalosi sono i parenti della sposa che seguono tutte le regole imposte dalla religione ebraica e trattano con sufficienza l'ignorante futuro sposo. Questi, che per la prima volta ascolta il rabbino e segue i dettami della religione, viene imbrogliato e gli viene accollata una ragazza non più vergine. Trovo che la sua reazione, una volta scoperto l’inganno e persa la sua dignità, sia stata esagerata: non avrebbe dovuto lasciarsi andare in quel modo! Nel finale troviamo il riscatto delle donne che Sender Preger aveva sfruttato. Il cameriere, suo dipendente, è stato scaltro ed ha saputo prendere in mano la situazione ottenendo dei vantaggi. 

E.N.: Il libro mi è piaciuto nonostante nessuno, dalla cameriera al rabbino, ne esca vincitore. In esso l'autore evidenzia come si risponda alla società in un modo ma, come poi, nel proprio io, ognuno sia una persona diversa da quella che mostra. Mi ha stupito che l’autore abbia impartito un affondo così deciso alla propria religione.