"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

mercoledì 21 novembre 2018

La stanza di sopra di Rosella Pastorino


Una città di provincia, una casa in cima a una scalinata, una stanza al piano di sopra, dove c'è un uomo, immobilizzato in un letto. Ester studia poco, passa il tempo a fumare con gli amici nel baretto sulla spiaggia o a bere nelle cantine delle case popolari. Sembra libera e indipendente, bacia e sa farsi sfiorare, si concede e si ritrae, sa scatenare il desiderio di un uomo più grande. Ma è smarrita nel silenzio di casa sua, nell'impossibilità di comunicare con la madre se non con frasi brevi e sprezzanti, nell'incapacità di nutrirsi, nello sgomento di quella stanza di cui non si può parlare: lì dove c'è il padre, da dieci anni muto, congelato tra la vita e la morte. «La stanza di sopra» è il primo romanzo di Rosella Postorino: anatomia emotiva del distacco doloroso e incolmabile che separa l'infanzia dalla maturità.

Il confronto
 
M.T. : la protagonista Ester pur nella sua giovane età non è poi così debole. Fa un sacco di errori ma caratterialmente è forte. Si sente abbandonata dalla madre e ne parla in modo molto duro, è di una cattiveria incredibile.

MR. F.: in Ester prevale il bisogno di ribellione tipico degli adolescenti. La mamma è più vittima di lei. Questo romanzo rappresenta la sofferenza in modo sublime.

R.R. : la madre sta morendo a poco a poco con il padre. Ester non ha né madre né padre.

L.F.: Ester è forte di carattere, anche troppo. Incolpa la madre di essere debole. Alla ragazza manca la figura paterna anche come contatto fisico. Si evince dal confronto con la sua amica che ha un padre tiranno e fascista, ma Ester lo ammira. Lo adora perchè ne sente la presenza. I suoi amici sono disturbati quanto lei. Ester cerca il male nelle persone.

P.B. : In questi pochi personaggi (madre, padre, figlia, amica, uomo della festa) traspare una profonda solitudine. Nessuno ha un nome proprio tranne Ester, il cui comportamento è al limite dell'autodistruzione.

M. F. : C'è una nota positiva alla fine del romanzo, nella quale si intravede un po' di speranza. Mi è piaciuta moltissimo la prima pagina poiché è l'unico momento dove c'è un po' di luce nella casa e anche l'anima di Ester ne è illuminata. La casa per il resto è il regno dell'oscurità, della polvere. L'assenza di comunicazione è in tutti i rapporti, anche con gli amici che frequenta. La compagnia di ragazzi con cui si vede è basata sullo stordimento, non ci sono nomi, non ci sono volti, vivono nascosti dal mondo. L'unico contatto è la compagna di classe che l'aiuta nei compiti. L'amica ha un padre dispotico, una figura negativa, ma pur sempre un padre. Tuttavia non c'è amore nella famiglia di questa amica dove la convivenza è basata sulla paura: la moglie e la figlia sono perfette nel loro comportamento ma soggiogate dal marito/padre padrone. L'esperienza con il signore della festa è molto triste. Lui si rivela un miserabile. Purtroppo ci sono molte adolescenti che si buttano via con uomini più grandi di loro, ma senza scrupoli. Nella scena finale, dopo l'esperienza negativa e squallida con l'uomo della festa, Ester si sdraia sul padre infermo cercando conforto.

M. R.: L'unica parte che non mi è piaciuta è quando vede la mamma in cucina che piange, le si avvicina, vorrebbe confortarla ma il suo carattere da ragazzina arrabbiata non glielo permette. Come persona sapeva di poco.

C.D. : L'amica aiuta Ester perchè animata da uno spirito da crocerossina, che la fa sentire bene e che rafforza la sua immagine di perfezione alla quale tende, anche su condizionamento paterno. La mamma di Ester, nell'episodio in cui comunica alla figlia la malattia del padre è stata eccessiva, dando sfogo al dramma e alla propria disperazione senza tener conto di aver di fronte una bambina di soli 5 anni. Ester è una ragazza confusa nei sentimenti e nelle emozioni, che si è trovata ad affrontare un carico di sofferenza più grande di lei e si è sentita sola. La scena finale di Ester sdraita sul padre malato è straziante e commovente.

O.G. : La condizione umana del marito/padre è la grande sofferenza. Se fosse morto si sarebbero risolte le cose in modo più naturale e sereno per tutti.

C. B. : E' un romanzo angosciante.

E.S. : Però è scritto molto bene.




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