Trama : in un piccolo paesino fra i boschi norvegesi, la giovane Hege vive sola con il fratello Mattis, lavorando duramente per mantenere entrambi. Mattis è l'idiota, così lo chiamano tutti; per la Bibbia, il povero di spirito. Dopo la morte dei genitori, ha sempre tentato di contribuire al bilancio familiare, ma il suo posto non è con le persone normali, con gli intelligenti, così li chiama lui. Non sa lavorare, non sa pensare, se non al ritmo sereno della sua piccola barca a remi. Il mondo rurale, pur con il suo amore concreto e semplice come la terra, prova per lui un affetto sincero, ma egli è pur sempre lo "scemo del villaggio". I normali ridono di loro due, soli e isolati come i due pioppi che si vedono in lontananza dalla loro casa, simbolo naturale dell'immobilità del pensiero e delle persone.Citazione: "Loro pensano che io non capisca niente"
Quando Mattis si accorge che le beccacce hanno cambiato il loro volo per passare sopra la sua casa, egli si sente orgoglioso: parla con loro, ne decifra i messaggi, le aspetta ed è felice. Per me non è nè pazzo nè troppo stupido. E' un individuo che fa fatica a relazionarsi e a farsi comprendere: in un altro contesto, forse avrebbe potuto avere altre possibilità ed essere considerato quasi normale. Mi ha fatto pensare a "Le voci del mondo".
"Condivido: Mattis non da l'impressione di essere un idiota. Egli ispira tenerezza e simpatia. E' gravato dalla sofferenza di essere un diverso e compie sforzi sovrumani per far qualcosa che lo renda simile agli altri (ad esempio nel comportamento tenuto durante l'incontro con le ragazze). I dialoghi con la sorella spesso sono ermetici, non espressi totalmente. Il libro è ricco di pensieri, di monologhi interiori, che stimolano la riflessione. L'ho letto volentieri poichè mi sono sentita trasportare in un mondo poetico e sovranaturale. Bello anche il suo attaccamento alla natura, la descrizione del vento, degli uccelli, del lago. Esiste una contrapposizione tra il mondo dei diversi e il mondo di chi è normale: quello dei diversi è più simpatico".
"Ho impiegato un po' a leggerlo poichè è molto lento. Concordo che il protagonista sia un po' ritardato, uno sprovveduto forse ma non idiota. Mi ricorda certe persone di potere, in particolare un mio compagno di infanzia, che, pur essendo tutt'altro che intelligente, ha fatto carriera in politica ".
"L'autore ci fa conoscere il mondo di un diverso, di un idiota, di un povero di spirito, dello scemo del villaggio. Un mondo di cose semplici, di attimi, di segni, di ascolti, di sorrisi, di una parola, dove non c'è posto per i diversi, condannati all'infelicità, un mondo che i normali non riescono a cogliere perchè travolti dalla quotidianità. Mattis, con la sua sensibilità, percepisce da alcuni segni della natura che la realtà intorno a lui sta cambiando (il pioppo abbattuto dal temporale, il passo delle beccacce sulla sua casa ...).
Questo libro è stato scritto in età matura dall'autore, che è sicuramente un osservatore e un conoscitore della natura ("gli occhi di Hege sono strani, sempre sfuggenti come quelli degli uccelli. Hege è intelligente, è lei che mi mantiene, parola amara da masticare come la corteccia di un pioppo"). Se un idiota capisce che in questo mondo non c'è posto per i diversi, non è proprio un idiota."
Ho molta simpatia per la sorella, magari non aveva per lui l'attenzione che sarebbe stata necessaria, ma gli voleva bene, lo manteneva con il suo lavoro, sacrificando la sua giovinezza.
Quando la sorella si sta innamorando del taglialegna lui lo capisce dal comportamento strano di lei. In alcuni passaggi la scrittura è un pò ambigua, sembra quasi che Mattis sia innamorato della sorella e per questa ragione diventi geloso. Egli però sa cosa vuol dire essere innamorati: l'idea se l'era fatta osservando la coppia che lavorava nel campo, la cui forza, intelligenza e bellezza erano espressioni dell'amore stesso.
"La sorella per me non ha vuto una grande attenzione educativa. Si preoccupava dei bisogni primari, della loro sussistenza, ma non è stata capace di stimolarlo intellettivamente."
"Il ritmo per me è invece molto coerente sia con la personalità di Mattis, sia con il fluire dei suoi pensieri, sia con il suo mondo. E' lieve e poetico."
"Anch'io ho fatto fatica per via della lentezza, soprattutto nella prima parte. Mi sono piaciute le descrizioni della natura, degli alberi, del lago. Più che un idiota è un autistico, ha difficoltà di comunicazione e di comprensione, sembra che equivochi sempre quello che dicono gli altri, interpretandone i comportamenti in maniera esagerata. Il finale è improbabile: Mattis non può desiderare di suicidarsi perchè non è consapevole della sua condizione. Il suicidio semmai potrebbe essere visto come un gesto per punire gli altri che lo hanno abbandonato."

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commovente
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