
Il Narratore percorre l'India alla ricerca del suo amico Xavier.
Attraverso varie tappe, si sviluppano gli incontri più disparati: a Bombay, con la prostituta Vimala Sar, con il medico dell'ospedale e con un devoto Jainista in attesa del treno; a Madras, con una certa Margaret e con il direttore della Theosophical Society; sulla strada per Mangalore, con un mostruoso Arhant e suo fratello; a Goa con il fantasma del vicerè delle Indie, con padre Pimentel, con il postino Tommy, con degli impiegati d'albergo ed infine, con la fotografa Christine.
Citazione: "Chi ha voluto cercare non vuol più trovare". "Chi ha voluto essere cercato, non vuol più farsi trovare".
Il Confronto:
"E' la ricerca di se stesso."
"E' un po' intellettualistico. L'India fa da scenario: il vero viaggio è quello del protagonista all'interno di se stesso. Il libro e' ben rappresentato dalla metafora della fotografia, che compare nelle ultime pagine: il senso è che non bisogna guardare la cosa in se, ciò che viene immortalato dall'obiettivo fotografico, ma il tutto, ciò che va oltre, che la fotografia proprio perchè istantanea non coglie."
"Il protagonista alla fine si è trovato, ma non si è piaciuto."
"E' scritto molto bene, ma non si sa chi siano i personaggi perchè non approfondisce nulla."
"Scritto benissimo. L'autore però pensa che chi lo legge capisca subito, ma così non è. E costringe il lettore a dare proprie interpretazioni. E' intellettualistico e un pò presuntuoso. E' vero che è la ricerca di se stesso, ma non si impegna molto in questo intento. La ricerca non necessariamente deve indurre la persona ad andare altrove, lo può fare anche dov'è. "
"Scritto bene, ma un po' superficiale. Molto meglio "Siddharta di Hermann Hesse."
"Non ha la stessa pretesa: Siddharta è un viaggio spirituale".
"E' un po' intellettualistico. L'India fa da scenario: il vero viaggio è quello del protagonista all'interno di se stesso. Il libro e' ben rappresentato dalla metafora della fotografia, che compare nelle ultime pagine: il senso è che non bisogna guardare la cosa in se, ciò che viene immortalato dall'obiettivo fotografico, ma il tutto, ciò che va oltre, che la fotografia proprio perchè istantanea non coglie."
"Il protagonista alla fine si è trovato, ma non si è piaciuto."
"E' scritto molto bene, ma non si sa chi siano i personaggi perchè non approfondisce nulla."
"Scritto benissimo. L'autore però pensa che chi lo legge capisca subito, ma così non è. E costringe il lettore a dare proprie interpretazioni. E' intellettualistico e un pò presuntuoso. E' vero che è la ricerca di se stesso, ma non si impegna molto in questo intento. La ricerca non necessariamente deve indurre la persona ad andare altrove, lo può fare anche dov'è. "
"Scritto bene, ma un po' superficiale. Molto meglio "Siddharta di Hermann Hesse."
"Non ha la stessa pretesa: Siddharta è un viaggio spirituale".
"E' un libro godibile, non lo trovo intellettualistico. L'autore volutamente non approfondisce, perchè intende dare degli assaggi, anche della stessa India. Alla fine il protagonista si ritrova, proprio perchè si vede nell'altro, nel suo doppio, e si piace."
"Letto con piacere e curiosità. Il luogo della ricerca è volutamente l'India, paese contraddittorio, che ricalca le contraddizioni stesse del protagonista. Alla fine il mistero che ripercorre tutto il romanzo, la ricerca dell'amico, si dipana: egli capisce qualcosa di se stesso. La ricerca probabilmente è scaturita da un momento di crisi."
"Letto con piacere e curiosità. Il luogo della ricerca è volutamente l'India, paese contraddittorio, che ricalca le contraddizioni stesse del protagonista. Alla fine il mistero che ripercorre tutto il romanzo, la ricerca dell'amico, si dipana: egli capisce qualcosa di se stesso. La ricerca probabilmente è scaturita da un momento di crisi."
"C'è un po' di tutto. E' bello perchè è tratteggiato."
"Il senso profondo del libro è che tutto è plurale, tutto è doppio. La storia di quest'uomo è l'essenza, il tutto, ciò che l' istante immortalato non coglie."
"Il senso profondo del libro è che tutto è plurale, tutto è doppio. La storia di quest'uomo è l'essenza, il tutto, ciò che l' istante immortalato non coglie."
Film: Notturno Indiano (Nocturne Indien) Cast Clementine Celarie', Otto Tausig, T.p. Jain, Ratna Bhooshan, Dipti Dave, Vijay Kashyap, Tinku Parma, Radha Bai Regia Alain Corneau Sceneggiatura Alain Corneau, Louis Gardel Data di uscita 1989 Genere Drammatico
Libri citati: Siddharta di Hermann Hesse - Edizioni Adelphi